di Ramona Castellino
La notizia è di pochi giorni fa e me ne sono imbattuta casualmente.
Da donna e da mamma leggo spesso cose che riguardano nascite, bambini, partorienti, ma quello che ho letto qualche giorno fa mi ha lasciato, come si usa dire l’amaro in bocca.
Una ragazza inglese, di Londra per l’esattezza, Bailey Ennis, 24 anni, ha partorito lo scorso 2 Luglio dopo essere rimasta incinta con l’inseminazione artificiale fai da te.
Un po’ come la ristrutturazione di un mobile shabby o il giardinaggio oggi è possibile anche inseminarsi da sole.
Il che è molto semplice: si visita un sito di donatori di sperma, si sceglie il candidato che si confà di più alle nostre aspettative genetiche, si acquista il kit che si riceve comodamente a casa neanche fosse un pacchetto di Amazon e poi si seguono comodamente le istruzioni.
Così la ragazza è rimasta incinta al primo colpo!
In fondo chi fa da se fa per tre e senza spendere cifre a volte proibitive, in barba ovviamente a qualsiasi rischio di salute.
Pensare che il donatore si è offerto addirittura di aiutarla!
Veramente un padre in provetta esemplare!
Così continuando a leggere mi sono chiesta cosa avesse spinto una ragazza così giovane a fare una scelta del genere.
Cercavo motivazioni profonde, una storia triste pregressa, problemi gravissimi di fecondità accompagnati da un istinto materno fuori dal comune.
Ed invece no, è tutto molto più semplice, più “naturale” nel mondo capovolto che ci vogliono imporre e che trova sempre i suoi seguaci.
Bailey è una donna gay e non aveva proprio voglia di avere una relazione.
Voleva solo un bambino, tutto qua.
Nel 2021 ha selezionato il donatore, con il consenso di questo papà provetta si sono scambiati il contatto whatsapp, e in un bar hanno concordato tutto.
Alla fine cosa c’è da sapere mai di un futuro papà di così importante!
Aveva una buona cartella clinica e rullo di tamburi… già era stato donatore per due coppie Lgbt!
Ma allora tutto risolto, presentazioni fatte e sperma consegnato.
Tempo poche settimane e la ragazza era felicemente incinta, senza barbose relazioni tanto il papà provetta avrà tutta la libertà di conoscere suo figlio in qualunque momento voglia, chi non vorrebbe vedersi un giorno suonare alla porta un perfetto sconosciuto che dice di essere papà, mentre nel frattempo magari si hanno già due mamme e un fratello che forse è dello stesso zelante donatore o di un altro che magari si presenterà o forse no.
La domanda sorge spontanea: quanto ancora l’egoismo umano può giocare con la vita dei bambini?
Basta veramente il desiderio di diventare genitore per ordinare un figlio su internet neanche fosse un paio di scarpe?
Quanto ancora i diritti civili ad oltranza saranno più importanti dei diritti sociali di un individuo?
Quanto potrà reggere ancora una società che tutela l’egoismo del singolo a discapito delle generazioni future, rigorosamente Lgbt, che non tutela la famiglia tradizionale, ma tutela invece tutti gli altri, che inneggia l’essere genitore a tutti i costi e per chiunque, ma permette un numero di aborti impressionanti al giorno?
Non è un caso che chi in questi ultimi anni sta percorrendo la resistenza, non possa non ritenere che il primo valore da tutelare e difendere sia proprio la vita, dal suo concepimento alla morte naturale e la tutela della famiglia naturale come perno e faro della società dove crescere i cittadini che verranno e per i quali lottiamo per non lasciare un mondo che sembra fatto al contrario.