Il caso di Indi Gregory impone di andare a fondo su aspetti che negli ultimi anni stano aleggiano in tutto il mondo occidentale: può lo Stato travalicare la volontà dell’interessato, finanche a violarne il corpo? E in caso di un minore, può superare la volontà dei genitori? Ed ancora, può lo Stato stabilire in quali condizioni una vita sia degna di essere vissuta?
O tutte queste sono situazioni intangibili da parte dello Stato?
Purtroppo l’esito della storia di Indi era già scritto, a dispetto non solo dell’umanità dei rapporti, ma anche della pura logica: se un altro ospedale si fa carico dell’assistenza e le spese del trasporto le sostiene la famiglia, per quale motivo lo Stato dovrebbe opporsi a tale scelta?
Il motivo è legato alla volontà di imporre e ribadire un doppio principio: 1) è lo Stato, e non i genitori, il tutore dei minori 2) prevale la cultura del non rispetto della intangibilità, della sacralità e del mistero della vita e dell’amore. In altre parole è la “cultura” della morte e non della vita.
Etimologicamente è la “cultura” del Diavolo, infatti la parola deriva dal verbo greco che significa . Il Diavolo è colui che divide: divide gli uomini, divide i fratelli, divide il marito dalla moglie, divide i genitori dai figli…. Ed è ciò che è accaduto ad Indi: divisa dall’amore dei propri genitori, per la volontà (diabolica) di uno Stato.
Laddove si è consentito lo svilupparsi della “cultura” della morte, essa si espande, alimentata dalla ideologia e dalla pseudoscienza che vorrebbe depopolare la Terra: i casi di eutanasia aumentano ogni anno, consentendola anche per minorenni (anche perché depressi, magari da essere stati lasciati dal proprio ragazzo/a).
Questo è contrario alla legge naturale e alla stessa umanità insita nell’uomo. Una volta superata la legge naturale (che collegava la legge dell’uomo alla legge divina), rimarrà solamente la legge umana, il diritto positivo, che sarà imposto dal gruppo di uomini che detengono il potere, i quali imporranno il loro modo di pensare e le loro regole…. Fossero anche “diaboliche”.
Punto 1 dei valori fondanti di Libertade: Prevalenza del diritto naturale su quello positivo.
Libertade, la casa comune degli uomini liberi.
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