di Fabio C. Maguire
Alcuni documenti raccolti da intelligence occidentali e pubblicati sul Washington Post riferiscono di un piano, ideato dal Cremlino, di riunire sotto un’unica bandiera pacifista e anti-imperialista gli estremi opposti del Bundestag.
La notizia raccontata dai media del Nord Atlantico ci viene presentata come un oscuro ed enigmatico stratagemma russo per scompigliare e fratturare la coesione del fronte pro-ucraino europeo.
L’obbiettivo, secondo i rapporti d’intelligence, sarebbe la creazione di un “Frankenstein politico”, così volgarmente definito dalla stampa italiana,
nato dal matrimonio tra Linke e Afd e in grado di “vincere ogni elezione”, crepando dunque l’omogeneità della coalizione nord-atlantica e sottraendo un paese perno all’organizzazione.
Le due sigle, ideologicamente antitetiche e avverse, hanno effettivamente partecipato congiuntamente, nel corso dell’ultimo anno, a molteplici manifestazioni e marce contro la guerra e l’invio assiduo e suicidario, tanto per l’Ucraina quanto per l’Europa, di armi e munizioni a Kiev.
Una certa e insolita sintonia e simpatia tra le due formazioni parlamentari, i cui aderenti hanno presenziato a convegni e comizi ascoltando e plaudendo le parole di esponenti appartenenti al gruppo storicamente rivale.
A tal proposito rappresentativa è la mobilitazione del 25 febbraio, alla quale parteciparono circa 15mila cittadini e tenutasi a Berlino nello spazio prospiciente alla Porta di Brandeburgo, in cui prese la parola la leader della sinistra tedesca Sahra Wagenknecht e, criticando l’invio di carri armati di produzione germanica al fronte orientale, dichiarò la volontà del popolo tedesco di non voler essere coinvolto in una guerra per procura contro la Russia.
Al sit-in partecipò anche Jurgen Elsasser, editore della rivista di estrema destra Compact, il quale si complimentò con la Wagenknecht e affermò di considerarla “la migliore cancelliera, una candidata perfetta per la destra e la sinistra”.
Bollare questo avvicinamento politico e la sempre più nota comunanza d’interessi tra Linke e Afd come un piano segreto ordito dal Cremlino è solo un banale e grottesco tentativo, posto in essere dai vari pennivendoli al soldo del sistema, di liquidare e screditare un sempre più forte e gettonato movimento contro la guerra e contro la risoluzione unilaterale armata delle controversie internazionali.
In Germania si sta consumando una svolta epocale in termini i politici, il cui merito non va attribuito a una manipolatrice ingerenza straniera bensì ad una maturazione politico-sociale in seno ai quadri dirigenti dei due partiti parlamentari, capillarmente radicati negli strati più popolari della società tedesca.
Una presa di coscienza che ha condotto al superamento delle antiche e passatiste logiche ideologiche, avvelenatrici e ingannatrici, per riproporre poi un manifesto politico che abbia come fulcro gli interessi dei lavoratori e della nazione.
In Europa, seppur con tempi e modalità difformi, da quattordici mesi si sono poste le basi per la formazione di movimenti che sappiano coniugare e sintetizzare al loro interno esperienze di vita politica diverse, che il regime negli anni ha sempre presentato come inconciliabili e incompatibili.
Movimenti di natura popolare che sappiano far proprio il teorema della lotta di classe declinandolo in quello della difesa nazionale.
Una combinazione vincente e perfetta in grado di poter rappresentare una valida e autentica alternativa alle caste politiche neo-liberiste, asservite totalmente a Washington e Bruxelles.
Dalla Germania all’Italia, dalla Francia alla Cecoslovacchia le bandiere tricolori sventolano alte affiancate dalla bandiera rossa, sintomo questo di un radicale cambiamento di pensiero che risulta indispensabile per liberare l’Europa e la sua gente dall’esasperante e oppressivo dominio Yankee.