Elezioni regionali, intervista al pcandidato presidente Francesco Toscano (DSP): “Destra e sinistra interscambiabili comitati d’affari, partiamo dalla Liguria con la nostra rivoluzione”
Il candidato di Democrazia Sovrana Popolare punta il dito contro Toti e la gestione dell’emergenza Covid: “Enfasi strumentale nel periodo pseudopandemico quando in tutti i modi si posero come avanguardia della vaccinazione diffusa”
È stato il secondo a scendere in campo in via ufficiale, dopo Nicola Morra e prima di Andrea Orlando. Parla di “rivoluzione partendo da Genova e dalla Liguria”, punta il dito contro il periodo Covid definendolo “pseudopandemico” e prende le distanze dai due schieramenti principali considerati “interscambiabili comitati d’affari”.
Francesco Toscano partecipa alla contesa elettorale ligure candidandosi alla carica di presidente per Democrazia Sovrana Popolare, partito del quale è presidente e che lo vede schierato al fianco di Marco Rizzo.
Porta al tavolo delle regionali opinioni destinate a far discutere e che lui stesso dice essere state oscurate dai “media tradizionali”.
Una narrazione che è cardine del suo canale YouTube ‘Visione Tv’, fondato dopo l’esperienza come giornalista alla Gazzetta del Sud e sul blog ‘Il Moralista’.
Autore di due libri (“Capolinea” e “Dittatura finanziaria”), Toscano è stato assessore alla Cultura del Comune di Gioia Tauro tra il 2015 e il 2016 e ha partecipato alle ultime elezioni europee per DSP.
Ora la nuova avventura delle regionali liguri.
Come nasce l’idea di candidarsi in Liguria?
“Il valore politico nazionale di una elezione che sarebbe banale definire locale per una regione come la Liguria che è al centro di dinamiche importantissime per l’intero Paese. Il senso della nostra discesa in campo è quello di cercare di convincere i liguri della bontà della nostra proposta complessiva che prevede un cambiamento rispetto alle scellerate politiche liberiste che hanno evocato disastri che anche i liguri possono riscontrare. Il passaggio di beni infrastrutturali strategici dal pubblico al privato ha portato a tragedie che i liguri conoscono. La Liguria ha eccellenze come il Gaslini, ma in questi anni quale è stato il rapporto tra istituzioni e sanità? Tagli, blocco del turnover, favoritismi a beneficio del privato. L’esperienza di Toti dimostra che non fare parte di certe clientele può essere un vantaggio nel non guardare in faccia a nessuno applicando un’agenda libera”
Come avete vissuto le vicende liguri degli ultimi mesi?
“Non sono rimasto molto stupito nel leggere alcune parti dell’ordinanza che ha colpito Toti. Ricordo l’enfasi strumentale che il governo mise nel periodo pseudopandemico quando in tutti i modi si posero come avanguardia di questa vaccinazione diffusa anche con la morte di Camilla Canepa. Si vantavano di gonfiare i numeri di contagiati per finalità che loro conoscono. Non credo che i liguri possano vivere nella malinconia perché non hanno più Toti. Avrebbero dovuto avere un presidente in grado di difenderli da quell’opera di mistificazione complessiva, penso a Bassetti che faceva sempre compagnia a Toti. Hanno visto la Liguria molto entusiasta di quella stagione che invece va ripensata con fare critico”
Qual è la vostra proposta per la Liguria?
“La nostra è una ricetta buona per ogni regione: mettere al centro la politica, la sanità di prossimità, il dissesto idrogeologico, i poteri economici al servizio della cosa pubblica. Non svendiamo le nostre funzioni a qualsiasi grande magnate, fosse anche ad Aponte. Vorremmo fare delle elezioni in Liguria un volano in grado di contagiare l’Italia intera, questa nostra idea del sovranismo popolare che combatte l’idea del bellicismo, sulla prevalenza della finanza rispetto all’economia reale, avviare una rivoluzione partendo da Genova e dalla Liguria”
Lei sa che la regione ha gravi problemi infrastrutturali, come vi ponete in merito alle grandi opere?
“Non siamo contrari alle grandi opere, l’investimento pubblico che serve per generare ricchezza e per migliorare non ci vede contrari. Siamo nemici di un certo estremismo green che ci sembra claudicante sulla base di metodi scientifici spesso approssimativi. A noi interessa l’effettiva utilità delle opere che vengono pensate”
Cosa vi differenzia dai due principali schieramenti?
“Siamo un partito libero che ha una visione e che può fare l’interesse della gente che rappresenta. Centrodestra e centrosinistra sono interscambiabili comitati d’affari di persone che gestiscono interessi su base contingente senza nessuna visione e sono i protagonisti del degrado di questo nostro Paese che negli ultimi 30 anni ha perso le posizioni che aveva raggiunto negli anni ’90. Dall’ingresso nell’Euro alla costruzione di questa Europa matrigna abbiamo perso quote di ricchezza e la responsabilità è di questi due cartelli che si alternano seguendo un’unica agenda”
Qual è il vostro obiettivo?
“Sono un uomo con i piedi per terra, la partita è molto complicata ma quello che vorrei è far arrivare la nostra proposta alle orecchie di più persone possibili. Siamo totalmente oscurati dai media tradizionali, solo Marco Rizzo viene invitato ogni tanto in televisione. I media hanno alzato uno sbarramento nei nostri confronti, quindi è un’occasione per farci conoscere, per far sentire le nostre ragioni, perché i cittadini sentano parole diverse, per combattere questa manipolazione continua che costringe i cittadini a rivolgersi alle solite coalizioni elettorali”