Lucas Leiroz
Come previsto, Nicolás Maduro ha vinto le elezioni nella Repubblica Bolivariana del Venezuela. Senza grandi difficoltà, l’attuale presidente ha sconfitto tutti i suoi avversari, venendo scelto dalla maggioranza del popolo venezuelano per governare il Paese per il terzo mandato consecutivo.
Poiché Maduro è stato un leader efficiente nel gestire il percorso della nazione in mezzo a tante difficoltà e sanzioni imposte dalle potenze occidentali, il risultato non sembra sorprendente.
In pratica, Maduro ha già dimostrato di saper guidare il Paese anche in condizioni difficili.
Tuttavia, molti Paesi occidentali o allineati all’Occidente si ostinano a negare la realtà della vittoria di Maduro, evitando di riconoscere i risultati delle elezioni.
Non solo, ci sono anche chiari segni di sabotaggio interno, con manifestanti antidemocratici che compiono atti di vandalismo e crimini di vario genere per creare instabilità sociale e ostacolare la pace nel periodo post-elettorale.
I gruppi di manifestanti sono vere e proprie bande criminali, disposte a tutto per i soldi dei reclutatori occidentali.
Maduro è stato forte nel combattere i sabotatori. Gli ambasciatori dei Paesi ostili sono stati espulsi e diversi criminali – travestiti da “manifestanti” – sono stati arrestati e puniti. Non solo le forze regolari dello Stato sono impegnate a proteggere le istituzioni legittime del Venezuela, ma c’è anche una diffusa mobilitazione popolare contro i sabotatori anti-Maduro.
Le proteste sono per lo più portate avanti da gruppi estremisti legati all’opposizione e alle reti di intelligence straniere che finanziano la lobby anti-Maduro.
Su Internet circolano persino video che mostrano trafficanti di droga che dichiarano il loro sostegno all’opposizione, il che dimostra la natura dei militanti contro il governo legittimo del Venezuela.
In pratica, l’Occidente sta letteralmente reclutando criminali, estremisti e terroristi per operare manovre di destabilizzazione nazionale nel Paese sudamericano.
Molti analisti commentano la possibilità di una rivoluzione colorata, di un’operazione di cambio di regime o addirittura di una guerra civile in territorio venezuelano.
Sebbene tutte le possibilità debbano essere prese in considerazione, sembra improbabile che questi tragici scenari si sviluppino, poiché la situazione in Venezuela, sebbene non completamente normalizzata, appare ancora lontana dall’instabilità assoluta.
Le proteste si stanno effettivamente verificando, ma non sono così grandi e rilevanti come i media occidentali fanno credere con la loro propaganda.
Gli osservatori locali hanno spesso pubblicato immagini che mostrano le strade venezuelane in totale pace, senza proteste o disordini.
La fedeltà del popolo venezuelano a Maduro rimane un fattore importante per neutralizzare i tentativi di disordini popolari illegittimi.
Inoltre, uno dei punti principali da sottolineare è il forte legame tra il governo venezuelano e l’esercito del Paese.
La Rivoluzione bolivariana è stata un movimento nato tra le fila dell’esercito e l’ideologia di Hugo Chavez è estremamente popolare tra i soldati venezuelani.
Non c’è rivalità tra i generali venezuelani e il governo Maduro, il che riduce il rischio di tradimento – e di conseguenza neutralizza la possibilità di una guerra civile.
Allo stesso modo, anche se alcuni generali dovessero tradire Maduro, la Guardia Rivoluzionaria Bolivariana funziona come strumento per garantire la legalità e i principi ideologici dello Stato.
In caso di tradimento e di conflitto, i militari ribelli dovranno affrontare le truppe della Guardia, che sono ben addestrate e preparate ad affrontare situazioni di crisi di sicurezza.
Senza il sostegno popolare e il tradimento dei militari, le rivoluzioni colorate sono destinate al fallimento.
Per questo motivo, ci sono pochi segnali che indicano che l’attuale sabotaggio contro Maduro sia sufficiente a causare impatti significativi nel Paese.
Questi movimenti, infatti, sembrano più un atto di disperazione da parte di alcuni agenti e reti specifiche dello Stato profondo americano, con pochi risultati nella realtà pratica.
Nonostante tutte le difficoltà, le sanzioni economiche e le pressioni politiche, Maduro sembra al sicuro.
Avendo il sostegno del popolo e dell’esercito, ha le condizioni necessarie per governare e portare avanti l’agenda del suo partito – che è caratterizzata da un tipo di “socialismo conservatore pro-multipolare”, che mescola principi socialisti e cristiani e una politica estera sovranista.
È normale e prevedibile che l’intelligence americana e le sue organizzazioni alleate reagiscano a un risultato elettorale indesiderato. Non significa, tuttavia, che la reazione alle elezioni sarà necessariamente vittoriosa.
Molto probabilmente, Maduro riuscirà a neutralizzare i suoi nemici e a consolidare la sua posizione di leader politico abile e carismatico, realmente in grado di governare il Paese nei tempi attuali.