Nino Galloni
A poco più di ventiquattro ore dalle nostre reazioni a caldo sul pronunciamento francese contro l’Italia, forse è il caso di chiedersi se c’è un perché più profondo.
In effetti, quella della Francia è sembrata la reazione del marito cornuto che urla qui, a casa mia, comando io!
Quale casa?
L’Europa?
Non credo che l’Europa interessi alla Francia più di tanto; diversa è la cosa che riguarda il Mediterraneo e l’Africa.
Dopo la fine di Gheddafi, gli squilibri creati da Mattei, Moro e Craxi sembravano riassorbiti… ma evidentemente c’era e c’è ancora qualcosa che non va; qualcosa che preoccupa enormemente la superpotenza europea che, però, è ben poco a livello complessivo.
L’Italia, invece, che è stata ed è suddita a livello europeo, potrebbe non essere giudicata doma a livello mediterraneo e africano.
Certamente la Francia se la passa peggio di quanto vuol far credere sia in termini sociali, sia in termini economici.
L’Italia appare invece, seppure in continue e varie difficoltà, tuttavia qualcosa di poco prevedibile e comprensibile; quindi una potenziale minaccia per la grandeur di Francia e Inghilterra?
È iniziata una partita ben più complessa di quanto appare perché vi giocheranno questa volta, nel mondo non più unipolare, anche i governi nazionali africani e il binomio russo e indiano paradossalmente ben più lontani dalla Francia che non dall’Italia; un’Italia che potrebbe, se l’attuale governo progredisse verso nuovi equilibri internazionali, far leva sulle proprie tradizioni e industrie.
Ecco dove saremmo preferiti e favoriti rispetto alla grande Francia.