di Fabio C. Maguire
Il gasdotto Tolyatti-Odessa è stato colpito dalle forze armate ucraine, danneggiando una sezione nei pressi del villaggio di Masiutovka, nel distretto di Kupyansk.
La notizia è stata divulgata dal Ministero della Difesa russo che ha accusato Kiev di aver sabotato la conduttura che trasportava ammoniaca in Europa.
Costruito negli anni’70, il gasdotto trasportava annualmente circa 2.5 tonnellate d’ammoniaca in Europa per la produzione di fertilizzanti agricoli.
Il transito era stato sospeso dopo l’inizio dell’operazione militare speciale nell’ambito della campagna sanzionatoria perseguita dall’Unione Europea ai danni della Federazione Russa.
La riapertura era stata posta da Mosca come condizione per permettere la ripresa dell’esportazioni di grano ucraino, rinnovando l’accordo fino al 17 luglio 2023.
Il danneggiamento ha provocato la fuoriuscita di ammoniaca, invadendo le zone boschive circostanti.
La nube tossica si starebbe muovendo, spinta dalle raffiche di vento, verso altri villaggi limitrofi.
Le autorità hanno parlato di alcune vittime e diversi feriti, intossicati dal fumo, senza specificare il numero esatto delle persone coinvolte.
L’incidente, provocando intenzionalmente, è avvenuto in un contesto di guerra poco favorevole all’esercito ucraino.
Infatti, l’AFU ha lanciato una serie di offensive che sono state prontamente respinte dalle forze armate russe.
Infine, l’esercito di Mosca ha lanciato una dura controffensiva, ottenendo successi e avanzando in direzione di Kupyansk, riuscendo ad espandere la testa di ponte sul fiume Oskol, proprio nella direzione di Masiutovka e di Dvurechnaya.
L’oleodotto era stato posto nelle condizioni che nessun combattimento avrebbe potuto compromettere la sua sicurezza e perciò si ritiene che sia stato un atto premeditato e studiato e non un colpo”accidentale” come vorrebbe far credere Kiev.
Inoltre va considerato che il sabotaggio si è verificato nel contesto di un secondo attacco terroristico, la distruzione della centrale idroelettrica di Nova Lakhovka.
Sapendo di non poter reggere uno scontro frontale e aperto con l’esercito russo, il regime di Kiev sta adottando misure alternative per impedire i progressi delle forze russe utilizzando metodi terroristici senza badare alle conseguenze, senza alcun minimo interesse per ciò che accadrà ai civili e all’ambiente.
La portavoce del Ministro degli Esteri Maria Zakharova ha condannato il sabotaggio, accusando Kiev di aver inferto “un duro colpo agli sforzi delle Nazioni Unite per combattere la fame nel mondo”.
Secondo la diplomatica, se le autorità ucraine permettessero l’accesso ai tecnici russi, il ripristino della conduttura richinerebbe da uno a tre mesi.