di Fabio C. Maguire
Il massacro di Israele non si ferma.
In questi ultimi giorni i reparti israeliani dell’antiterrorismo hanno fatto irruzione in diverse cittadine palestinesi e, sparando sulla folla, hanno ucciso sei giovani ragazzi e ferendone dodici.
Quest’ultimo raid è solo il più recente di una serie di attacchi agli insediamenti palestinesi in Cisgiordania che hanno portato alla morte di decine e decine di persone e alla distruzione di intere zone residenziali.
In seguito a questi avvenimenti una risposta decisa di condanna è giunta dal Sud Africa che ha richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sul massacro del 7 marzo a Jenin.
Le relazioni tra Cape Town e Tel Aviv erano già da tempo molto tese perché il governo nazionale del Sud Africa ha più volte, in questi ultimi anni, criticato la condotta violenta e brutale d’Israele e la sua continua violazione di diritti umani contro il popolo palestinese.
Infatti il parlamento sudafricano ha posto in queste ore il veto per declassare l’ambasciata nazionale a Tel Aviv in solidarietà con la Palestina e si è subito dopo rivolta alla comunità internazionale per riconoscere Israele come uno “Stato di Apartheid” in correlazione con l’espansione israeliana in Cisgiordania e per il trattamento riservato ai prigionieri di guerra palestinesi.
Queste tematiche sono state oggetto di discussione alla 36a sessione ordinaria dell’Assemblea dell’Unione Africana, tenutasi il mese passato, dove tutto il blocco regionale ha ribadito il proprio incondizionato e totale sostegno e appoggio alla Palestina.
Migliaia di persone hanno partecipato ai funerali dei ragazzi, assassinati a sangue freddo mentre sedevano nella loro macchina a Jaba, sud di Jenin.