Maurizio Neri
Il sistema sociale è il campo di battaglia nel quale gli uomini – organizzati nei modi più diversi, condizionati non solo dal livello di sviluppo delle forze produttive materiali e dall’appartenenza di classe, ma anche dalle idee e dai feticci che hanno ereditato dalle generazioni precedenti – si affrontano per soddisfare i loro mutevoli bisogni. Le disuguaglianze economico-sociali, determinate dal differente rapporto che gli individui hanno con il processo di produzione sociale, sono la causa della lotta antagonistica tra le classi.
Questa lotta tuttavia non è solo economica, né si manifesta in forme esplicite e consapevoli.
Si presenta anzitutto coma lotta tra idee, teorie, concezioni. Gli uomini prendono coscienza delle contraddizioni solo ideologicamente, cioè hanno bisogno, per mettersi in moto, di condividere dei progetti politici seguendo partiti corrispondenti. In questo senso Gramsci, sviluppando l’eredità bolscevica, sottolineava quanto cruciale fosse per i comunisti la conquista dell’egemonia nel campo culturale e intellettuale, conquista che non si ottiene dall’oggi al domani, o solo in virtù della lotta tra il dominato e i dominanti, ma con un lungo e difficile lavoro in cui il comunismo deve affermarsi non solo come movimento che distrugge lo stato di cose presenti ma come “nuova concezione del mondo”.
Una classe portatrice di istanze progressive può svolgere un ruolo rivoluzionario solo se ne prende coscienza e se va oltre ai suoi interessi particolari facendosi messaggera di una Liberazione Universale. La contraddizione che per Marx sta alla base delle epoche di trasformazione rivoluzionaria, quella tra le forze produttive e i rapporti di produzione, è un fattore decisivo solo in ultima istanza e non deve essere intesa meccanicamente, come se le necessità economiche fossero le sole decisive, ma dialetticamente, considerando il peso delle sovrastrutture sociali e che un ruolo decisivo l’hanno gli Stati, le Nazioni, i popoli e la loro lotta incessante.