di Fabio C. Maguire
Il ministro degli Esteri russo Lavrov è intervenuto in occasione del G20 a New Delhi, in India.
Le parole riportate dal ministro hanno sottinteso un cambiamento radicale della politica economica ed energetica russa, non potendo più questa fare affidamento sui partner occidentali e concentrando le proprie attività su alleati degni di fiducia, India e Cina fra questi.
La cooperazione russo-indo-cinese in termini commerciali ha evidenziato una crescita graduale dell’economia dei singoli paesi, sviluppo dovuto in particolare a una maggiore importazione di gas e petrolio russo dall’inizio del conflitto e quindi a una rete di scambi e rapporti multilaterali che hanno incentivato la partnership.
Lavrov ha subito anche dure critiche provenienti da delegati di altre nazioni che lui stesso ha definito degli “attacchi selvaggi”, rammentando come questi paesi non si siano mai lamentati a seguito delle migliaia e migliaia di vittime causate dalle “avventure in Medio Oriente di Washington, condotte con il pretesto della sicurezza nazionale a centinaia di miglia dal suolo americano.”
Infatti nessuno dei membri del G20 sembra aver mai menzionato i massacri avvenuti in un arco temporale pluridecennale che ha visto la distruzione dell’Iraq, della Libia, dello Yemen, del Afghanistan, della Yugoslavia e della Siria, rimanendo in silenzio davanti alla distruzione di interi paesi, bombardati e violati della propria sovranità.
Il massimo diplomatico russo ha criticato la politica estera statunitense, affermando come essa voglia “sostituire il diritto internazionale con regole volontarie e doppi standard”, esortando ad abbandonare “la logica imperfetta di dominio e sanzioni a beneficio di un accordo multipolare, in cui la diversità di civiltà sia rispettata.”
Si devono dunque proteggere i popoli dalle manipolazioni dei mercati e dalle sanzioni illegali che per volontà dei paesi occidentali “stanno degradando i rapporti economici internazionali, trasformandoli in armi.”
Il ministro Lavrov ha poi espresso molto rammarico per il “sabotaggio impunito” del Nord Stream, avvenuto nella zona di responsabilità della NATO e dell’UE.”
Un’ulteriore indagine internazionale è stata proposta da Mosca, in cui tutte le parti interessate avrebbero dovuto concorrere per una celere e giusta risoluzione.
Alla presente Conferenza l’India e la Cina non hanno voluto condannare l’operazione russa sul suolo ucraino, ribadendo la loro neutralità e opponendosi alla campagna di embarghi imposta dall’Occidente.