di Fabio C. Maguire
La mattina del primo aprile gli uomini del SBU, i servi di sicurezza ucraini, hanno fatto irruzione nell’abitazione del metropolita Pavel, vicario della Kiev Pechersk Lavra.
I funzionari di polizia hanno perquisito il domicilio e posto in stato di fermo il monaco della chiesa ortodossa di Mosca.
Il tribunale ha confermato l’arresto disponendo la misura cautelare degli arresti domiciliari, applicando altresì il braccialetto elettronico, ulteriore strumento coercitivo e di controllo.
Pavel è stato accusato di “favoreggiamento all’operazione speciale russa in Ucraina e di aver offeso i sentimenti religiosi degli ucraini.”
All’accusa degli agenti il metropolita si difende in tribunale affermando che “non ho mai fatto nulla per essere accusato. Questo è un caso politico. Non sono mai stato dalla parte dell’aggressione.
Ora mi trovo in Ucraina, questa è la mia terra.”
In concomitanza le autorità ucraine avevano ordinato ai fedeli al patriarca di Mosca Kirill di abbandonare il monastero entro il 29 marzo.
Nonostante le pressioni del governo ucraino, decine e decine di fedeli si sono ritrovati nel monastero, dormendo sul posto per prevenire e difendere il luogo di culto da un possibile sgombero delle forze dell’ordine ucraine.
I fedeli hanno intonato canti e preghiere davanti a una folla di fanatici nazionalisti ucraini che come “demoni” schernivano, umiliavano e provocavano i sostenitori della chiesa di Mosca.
Le persecuzioni religiose di cui Kiev è protagonista è parte del progetto di pulizia etnica voluto dai folli sciovinisti gialloblù.
Lo stesso portavoce di Zelensky ha affermato che “l’UOC canonica (chiesa ortodossa ucraina) dovrebbe essere ripulita fisicamente da tutto ciò che è filo-russo”, riproponendo un parallelismo con “una postula che deve essere rimossa chirurgicamente”.
Il grande oratore ha anche aggiunto che un’occasione importante si era verificata nei primi sei mesi de conflitto, “allora è stato possibile eliminare molti filo-russi, oggi è più complicato.”
Kiev è un governo di autocrati e assassini che su consiglio dei servizi britannici stanno distruggendo quello che resta di un popolo unito, “hanno paura che la chiesa possa raccontare che la pace è ancora possibile”.