Nel vasto panorama delle finanze globali, Marco Saba, luminare dell’economia, si erge come un baluardo instancabile contro l’ingiustizia del sistema bancario, presentando il suo appello come un grido di battaglia contro la temibile minaccia della “Grande Stangata”. Nel ruolo di un moderno profeta, Saba rivolge il suo appello alla “Madonna dei debitori”, sperando di mobilitare le forze in grado di contrastare ciò che lui definisce un piano orchestrato tra la Commissione europea e la Federal Reserve. Un piano volto a depredare sistematicamente le proprietà, le azioni e i titoli detenuti dai cittadini comuni.
Attraverso un discorso appassionato e dettagliato, Saba svela con precisione chirurgica come, in caso di crollo di un depositario, i regolamenti agiscano come una forza spietata, permettendo il sequestro dei beni dei clienti e mettendo in discussione il principio sacro della proprietà privata. Il suo tono severo, quasi apocalittico, avverte delle imminenti devastazioni per la classe media, evocando gli oscuri giorni del 1933 negli Stati Uniti durante la “vacanza bancaria”. Un periodo in cui migliaia di istituti bancari rimasero sigillati, privando i clienti dell’accesso ai loro conti, un capitolo ingiustamente dimenticato nella narrazione mediatica.
Con un disprezzo palpabile, Saba denuncia il silenzio assordante che circonda questa potenziale crisi, indicando la campagna vaccinale come un artificio studiato per dimostrare la presunta incapacità delle persone e delle istituzioni di coalizzarsi in una ribellione contro ciò che lui etichetta come “Bankenstein” – una personificazione spettrale di un sistema bancario che, a suo dire, continua a tessere trame ingannevoli per manipolare la società a proprio vantaggio. Le fondamenta della libertà e della proprietà sembrano vacillare di fronte a questa tempesta finanziaria, e il richiamo di Saba riecheggia come un grido di resistenza nella notte tumultuosa delle finanze globali. Articolo del Dott. Donato La Moneta