L'Italia Mensile

Il Gender è il nuovo oppio del popoli

di Claudia Placanica, membro della Direzione Nazionale di AISD

Nelle società occidentali, il potere temporale è stato ridisegnato in senso laico, tenendosi alla larga dai dogmi. Questi ultimi, usciti dalla porta, sono rientrati dalla finestra. Vicende recenti ci parlano di una società in cui vige la censura e in cui il pensiero unico è il nuovo sovrano assoluto.

A inizio dicembre il sindaco socialista di Parigi ha annullato la presentazione del libro “La fabrique de l’enfant transgenre” (La fabbrica del bambino transgender), scritto dalla rinomata psichiatra infantile Caroline Eliacheff. I militanti LGBT francesi hanno lanciato l’anatema di transfobia innescando il boicottaggio e la censura di un punto di vista che, comunque,rappresenta una visione e dei sentimenti diffusi. Nel Regno unito, le posizioni della scrittrice J.K. Rowling, autrice del famigerato Harry Potter, le sono costate analoghe accuse.

Mentre il governo scozzese si accinge ad approvare la Gender Recognition Reform (Scotland) Bill, secondo cui, una persona che vive in Scozia, potrà cambiare autonomamente, sui documenti di riconoscimento e alle anagrafe, non solo il suo genere ma anche il sesso, Rowling ha criticato il nuovo disegno di legge e ha definito la prima ministra Sturgeon “una distruttrice dei diritti delle donne”.

La scrittrice inglese, che a lungo ha vissuto a Edimburgo, ha lì fondato lo Beira’s Place, “per fornire un servizio e una necessità che mi pare urgente per le donne scozzesi – dice la Rowling – Anche io sono stata vittima di abusi sessuali […] e so quanto sia importante che le persone vittime come me abbiano la possibilità di essere seguite da una associazione che metta al centro le donne e fornisca sostegno con al centro le donne, soprattutto in un momento della loro vita in cui sono vulnerabili”.
Ma cosa accade nella democratica Europa?

Nel continente tormentato da impoverimento, crisi economica, energetica e sanitaria; nel continente che sta inviando armi all’Ucraina e masochisticamente comminando sanzioni alla Russia, le sinistre, traditrici della loro missione tradizionale di difesa dei lavoratori e della lotta di classe, si stanno facendo artefici delll’ideologia gender.
I governi accolgono quest’ultima attraverso legislazioni che, dietro il valore dell’inclusività, traghettano i cittadini in una dimensione liquida e fluida.

I rari intellettuali, artisti o anime buone che lanciano l’allarme rispetto a una deriva che non ha nulla a che vedere con la difesa dei diritti (basti pensare che i più strenui paladini della battaglia LGBT sono Netflix, Disney, FIFA, Gucci, Dolce & Gabbana, Virgin airlines e così via), vengono boicottati e censurati.

Chi non si adegua alle istanze LGBT è un retrogrado, destrorso.
Ma perché tanto accanimento, non tanto verso una psichiatra infantile, quanto verso una delle scrittrici più lette al mondo?

Il mondo occidentale non può tollerare che una persona nota non si faccia testimonial della nuova ideologia,del nuovo linguaggio.

Il potere non può tollerare che il cittadino non venga spinto verso questo nuovo razzismo capovolto già noto in Canada grazie alla legge C16 e fallito in Italia dove il parlamento non ha approvato il ddl Zan.

E, tuttavia, le politiche di identità non conoscono sosta e la demolizione della sottostruttura della civiltà occidentale procede attraverso una propaganda costante. In ballo ci sono profitti legati a terapie ormonali, prodotti farmaceutici, interventi accessibili a partire dai 16 anni e che si aggirano sui 16.000 €.

Le aziende di moda moltiplicano i profitti per tutti i generi riconosciuti (nello stato di New York ne hanno individuato 31!). Gli interventi sono a carico del servizio sanitario nazionale.

Sì: quello che latita per tutto il resto e costringe a ricorrere al polo privato, ma che diventa sensibilissimo per la disforia di genere. Sono davvero così buoni i governi? Vogliono davvero così bene ai cittadini?

No.
Tanto è vero che, nelle battaglie in nome di una esigua minoranza, si creano problemi ad adolescenti e bambini che stanno faticosamente costruendo la loro identità. Genitori, medici, assistenti sociali, giudici, avvocati, chirurghi si stanno rendendo corresponsabili di percorsi irreversibili.

J.K. Rowling rivendica un femminismo sano, estraneo alle teorie identitarie diffusesi negli anni ottanta e che si ritorcono contro le donne. Non abbiamo bisogno dell’imposizione di un nuovo paradigma, ma dell’emancipazione dell’individuo dall’oppressione di un potere che ha in mente esclusivamente il proprio benessere.

(https://ancoraitaliatoscana.altervista.org/il-gender-e-il-nuovo-oppio-del-popoli/)

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