Aleksandr Dugin
Dromocrazia: la velocità è il fattore chiave della guerra moderna
Subito dopo l’operazione di Hamas Tempesta Al-Aqsa, c’era Gaza e l’esercito di Hamas al suo interno.
Se, non appena l’IDF ha iniziato l’invasione, Hezbollah, lo Yemen (gli ussiti), la Siria e l’Iran (parlo dei coraggiosi sciiti, non parlo del resto dei musulmani perché è imbarazzante) si fossero uniti sincronicamente alla guerra, potete immaginare in che situazione si sarebbe trovato Israele?
L’Occidente, però, è riuscito a fermare tutti, tranne Israele.
Allora è iniziato il genocidio sistematico della popolazione palestinese a Gaza, che è stato poi portato a termine, fino ad eliminare l’infrastruttura di Hamas nel suo complesso.
Dopodiché Israele ha lanciato un attacco al Libano e attacchi mirati all’Iran.
In altre parole, Israele colpisce per primo e ritarda il consolidamento del nemico per poterlo affrontare in successione.
Solo gli Houthi sembrano capire il fattore tempo in guerra, ed è per questo che sono rispettati e temuti.
Gli altri ritardano e temporeggiano.
Nel frattempo, Israele e l’Occidente stanno raggiungendo metodicamente i loro obiettivi.
Anche noi abbiamo sempre ritardato e perso di vista la situazione, ma all’ultimo momento abbiamo colpito e lo abbiamo fatto per primi.
Sono state la velocità, la sorpresa e l’impeto delle nostre azioni a portarci a conquistare i territori che sono la nostra base per la guerra in Ucraina.
Non appena abbiamo perso lo slancio, tutto ha cominciato a bloccarsi e ad arretrare per qualche tempo.
Le guerre moderne si vincono rapidamente o non si vincono affatto.
Non è oramai più chiaro cosa sperasse Hamas quando ha lanciato l’operazione Storm al-Aqsa.
Un’operazione rapida e veloce, ma con una forza così ridotta e senza alcuna seria garanzia da parte della Ummah, tanto che ora sembra un suicidio, a meno che nel prossimo futuro non si verifichi qualche fattore che non è ancora stato messo in campo.
(#ideeazione)