di Carla Peroni
Non era mai accaduto prima che il capo del MI6, sir Richard Moore, e il capo della CIA William Burns, in un articolo congiunto sul Financial Times, lanciassero un allarmante avviso sul fatto che l’ordine mondiale internazionale sia oggi “minacciato in un modo che non si vedeva dai tempi della guerra fredda”.
I due hanno presenziato congiuntamente al festival organizzato a Londra dal giornale della City da dove hanno rilanciato con forza l’alleanza anglo-americana sui fronti bellici, dal conflitto russo-ucraino a quello israelo-palestine e iraniano.
In merito al conflitto in Ucraina hanno dichiarato che il lavoro delle loro intelligence aveva permesso di prevederlo così da allertare prontamente la comunità internazionale. “I nostri Paesi sono uniti nel resistere alla Russia assertiva e alla guerra di aggressione di Putin in Ucraina” rassicurando il mondo che Putin “non avrà successo nel distruggere la sovranità ucraina” e che continueranno a lavorare per sostenere l’intelligence ucraina e per interrompere anche quella che, secondo loro, è una “sconsiderata campagna di sabotaggio” da parte del Presidente Putin nei confronti dell’Europa.
Sul fronte mediorientale, le due agenzie di spionaggio lavorano incessantemente per il cessate il fuoco a Gaza e per il rilascio degli ostaggi.
Per quanto riguarda la situazione dell’Iran, da sempre nemico degli Stati Uniti, MI6 e CIA sono unite nella prevenzione di temute rappresaglie a seguito dell’uccisione del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, avvenuta nel luglio scorso proprio a Teheran.