- Lei ha detto che un artista paga la rivelazione con se stesso. In che misura queste parole si applicano al destino di Dasha Dugina, uccisa da un terrorista un anno fa?
- Abbiamo recentemente pubblicato i diari di Dasha. Si intitola “Le vette e le altezze del mio cuore”. È un libro straordinario in cui Dasha rifletteva costantemente su questo: cosa era disposta a fare per difendere le sue convinzioni? Cosa potrebbe sacrificare per il popolo russo che ama così tanto? Mi sembra che qualsiasi affermazione di questo tipo sia sempre messa alla prova dal destino. Cosa si può dire di Dasha? Non prese parte ad azioni militari, sebbene fosse spiritualmente e intellettualmente in guerra con i suoi nemici. Considerava nemici coloro che odiavano la Madrepatria, la Russia e l’Ortodossia. Ma non compì nemmeno un’azione violenta, non insultò nessuno! Eppure è diventata vittima di un assassino spietato, freddo e brutale, una terrorista (donna, e con un bambino) e Dasha si è sempre interessata ai problemi del destino delle donne, della santità delle donne, del vizio delle donne o, al contrario, dell’esaltazione delle donne. Era un femminismo ortodosso.
Cosa c’è da indovinare? Il destino di Dasha parla da solo. Quello che le è successo è un orrore. E quello che è successo a noi… È molto difficile parlarne in termini filosofici o poetici. Credo che la morte di Dasha abbia scosso il nostro popolo. Dasha è diventata un’eroina nazionale. Incontro diverse persone e tutte mi dicono la stessa cosa: Dasha è diventata l’incarnazione del nostro spirito. Persone che non conoscevano lei o me sono diventate seguaci della sua memoria.
Ogni uomo che ha dato la vita per il suo Paese è un eroe e la sua memoria è sacra. Ma Dasha incarnava anche l’innocenza, il che è davvero orribile. Quando un uomo prende le armi e combatte i nostri nemici, è una cosa. Certo, è un eroe. Ma può difendersi da solo, contrattaccare. E Dasha non poteva farlo.
Nel suo diario, circa dieci anni fa, quando Dasha non era nemmeno interessata alla politica, improvvisamente scrive: “Un giorno darò la vita per il mio popolo, per il mio Stato e diventerò un eroe nazionale”. Cioè, una bambina, una ragazza molto giovane, non dice: “Mi sposerò e avrò dei figli”, ma parla di qualcosa del genere… Questa è una prova di una certa profondità… Naturalmente, sognavo che avrebbe avuto una famiglia, un marito, dei figli. Ma lei voleva essere un’eroina. Qui c’è una provvidenza. Non lo sappiamo e non posso nemmeno accettarlo. Le vie di Dio sono inspiegabili, e quali siano i modi in cui ci conduce alla giustizia e all’immortalità, nessuno può prevederlo.
(Fonte: https://t.me/ideeazione)