L'Italia Mensile

I DEM ITALIANI TIRANO UN RESPIRO DI SOLLIEVO

Antonio Catalano

Archiviato come fosse mai accaduto l’attentato a Trump, messo fuori scena l’impresentabile Biden, the show must go on, siore e siori ecco a voi la giovane, la sorridente, la rilassante, la divina Kamala! La stampa dem italiana tira finalmente un respiro di sollievo, ce la possiamo fare, anzi ce la faremo senz’altro, Kamala è già avanti nei sondaggi, Trump ha i giorni contati. Come in un circo della Roma imperiale, il popolo è chiamato a esultare per la donna del destino, la speranza della nuova America, la paladina dei diritti e della democrazia, la nuova tedofora della libertà.

Da noi il migliore ripetitore di questa favoletta è il mondo dem, quello che trepida per la minaccia del ritorno di Trump e che ora può invece riprendere a sognare con la signora alla quale il suo marketing office fa dire che l’ex presidente repubblicano è un truffatore, un predatore sessuale che ha abusato delle donne…

È utile fare un’escursione negli ambienti dem nostrani, leggere i commenti entusiasti per una Kamala Harris considerata l’antemurale alla minaccia di uno stato autoritario dominato da suprematisti bianchi cristiani evangelici, con i migranti deportati e le famiglie separate; se vincesse Trump, non vi sarebbe nessuna opposizione al fascismo russo che così si papperebbe tutta l’Ucraina… con la terribile conseguenza del crollo dell’Ue.

Insomma nel mondo dem, principalmente rappresentato dal partito democratico, la Harris è migliore perché democratica, e questo è tutto, così come io sarei bravo se mi chiamassi bravo. Inutile stare a fare ragionamenti su chi davvero comanda negli Usa, sul ruolo concreto e determinante che hanno non i politici (Biden lo ha ampaimente dimostrato) ma quel potere profondo che agisce secondo dinamiche che spesso mortalmente si scontrano per affermare ognuna la sua logica, che la partita si gioca non tra Harris e Trump ma tra due settori della potenza americana portatori di diverse idee sul come uscire dalla irreversibile crisi della potenza che pretende di essere l’unico polo nel mondo.

È istruttivo vedere come il mondo piddino sia completamente intriso di atlantismo, al punto che chiunque ne minacci il suprematismo venga tacciato di fascismo. Ecco da dove nasce la moda “antifà”, qual è la sua scaturigine. L’antifascismo odierno non ha assolutamente nulla a che fare con l’antifascismo storico, è solo l’altra faccia della medaglia dell’ideologia imperialista atlantista, per cui chiunque si opponga a “libertà” funzionali alla sua riproduzione subisce la taccia di fascista.

A nessuno di questi che venga in mente il pensiero molesto che la minaccia alla “democrazia” (bellicista) americana giunge non dai trumpiani ma dai quattro quinti del mondo che non intende più saperne dell’unipolarismo Usa che utilizza la sua “difensiva” Nato per imporre ob torto collo le sue regole, le sue condizioni… la sua morale.

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