Roma, 31 ottobre 2022
Lettera aperta a Giuliano Castellino:
Caro compagno di lotta, ti stimo e ti apprezzo, come stimo tutti gli altri membri di Italia Libera.
Pongo alla tua attenzione una mia modesta valutazione, senza fughe in avanti, ma fuori dai denti.
Va bene la rivista, vanno bene l’anticapitalismo, l’antimperialismo, ecc., ma i 7 punti non sono sufficienti per forgiare il cuore della proposta/progetto politico.
Il “socialismo comunitario” è un’idea che va riempita e concretizzata e per questo le “fonti” non mancano, senza Teoria non c’è Rivoluzione.
Poi, come ci siamo detti de visu: i movimenti vanno e vengono, il partito/organizzazione resta, sempre e comunque, perché c’è una struttura e l’idea forte.
La struttura è il nucleo, a cui poi si può e si devono aggregare altri, non si può essere movimentisti, in una fase storica come questa.
Certo che ci vuole coraggio a tagliare i ponti con il passato come hai fatto Te, e come ho fatto io e altri in anni passati.
Il coraggio lo devono trovare anche altri, ma alla base, ci deve essere un progetto politico che funga da spinta al salto verso l’eresia, verso l’idea eretica (riempita di validi contenuti) del socialismo comunitario.
Siamo soli contro tutti, ma questo è un fattore di forza, perché vuol dire che gli altri sono tutti più o meno omologati, se non servi, del sistema.
La tattica non si può usare in questa fase: è come se una 500 corresse il gran premio e studia tatticamente quanti pit stop fare, ma ha come avversari tutte auto da F1.
Ritengo che c’è tanto spazio politico da poter sfruttare, ma, per sfruttarlo, servono uomini e donne strutturati, ognuno con il proprio compito da svolgere.
Fare per fare non porta da nessuna parte, occorre pertanto fermarsi un attimo, e lavorare solo ed esclusivamente all’organizzazione.
Spero che saprai cogliere queste mie e nostre valutazioni in maniera costruttiva.
Con stima.