L'Italia Mensile

I BRICS sfidano l’egemonia americana.

di Fabio C. Maguire

Nella prima giornata del vertice BRICS sono intervenuti i Presidenti di Russia e India.
Vladimir Putin, in diretta dal Cremlino, ha parlato all’udienza con un discorso roboante e dicotomico che ha suscitato l’applauso dell’intera sala.
Da Mosca ha dichiarato dell’irreversibile processo di de-dollarizzazione, accolto dalla platea con festosità, e della crescita esponenziale dell’Organizzazione che assume, sullo scenario mondiale, un peso sempre più determinante ed influente.
Per il Presidente Putin è importante che i paesi BRICS “rafforzino la loro cooperazione”, assicurando una crescita economica ed uno sviluppo sostenibile che possa permettere di raggiungere risultati concreti e tangibili.

“Insieme vengono lanciati nuovi progetti culturali e di investimento, crescono gli scambi di merci e si allargano i contatti industriali”, ha affermato Putin, “ma soprattutto collaboriamo secondo i principi di uguaglianza, sostegno al partenariato e rispetto degli interessi nazionali.”
Le cifre, secondo Putin, “parlano da sole: negli ultimi dieci anni gli investimenti reciproci degli Stati membri del BRICS sono aumentati di sei volte.”
Il Presidente ha poi sottolineato che il comportamento irresponsabile di numerosi paesi ha portato ad una significativa pressione inflazionistica nell’economia mondiale.
Infine, Vladimir Putin ha ribadito che la Russia tornerà sull’accordo del grano solo in caso di reale adempimento degli obblighi verso Mosca, continuerà però ad essere un fornitore affidabile di cereali e fertilizzanti per il continente africano, sia su base commerciale che gratuita.

Nel primo incontro sono state molte le note positive, in particolare i commenti dei rappresentanti di Stato invitati che vedono nei BRICS un attore importante, di contrasto all’egemonia esercitata dall’Occidente collettivo.
Secondo il diplomatico egiziano Raouf Saad, l’Egitto ritiene che i BRICS “svolgano un ruolo importante nello sviluppo di un ordine mondiale multipolare.”
L’Organizzazione dei Cinque inizia effettivamente ad avere un peso significativo nelle relazioni internazionali, un peso che non viene riconosciuto pubblicamente dalla Casa Bianca che ha descritto il gruppo come non pericoloso per i colossi del G7.
Asia Times ha però scritto che i BRICS “contestano apertamente lo status di leader mondiale americano nel mondo.”

“Con l’allargamento dell’Unione, scrive la rivista, si intensificano i sentimenti anti-americani.”
Questi paesi sono legati da “interessi di sviluppo comuni e aspirazioni per un ordine mondiale policentrico che non sia dominato da alcuna potenza. Il consolidamento dei BRICS ha trasformato il gruppo in una potente forza negoziale che ora sfida gli obbiettivi geopolitici ed economici di Washington.”

Con la nuova valuta ideata dalla Banca dei BRICS il dollaro rischia di essere fortemente ridimensionato, sia a livello politico che commerciale, ma, secondo il Washington Post, il dominio del “biglietto verde”, almeno per il momento, non sembra essere messo in discussione ma nel prossimo futuro la situazione potrebbe pienamente capovolgersi.

E anche sulle dichiarazione della Casa Bianca ci sono molte incongruenze perché i paesi membri dei BRICS, o ad essi aspiranti, rappresentano le principali economie in crescita, mentre nel cosiddetto giardino civile occidentale si procede verso un inesorabile recessione economica.

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