di Fabio C. Maguire
A Beirut si è svolta un importante dimostrazione a sostegno del popolo palestinese, che sta affrontando una dura lotta contro l’esercito d’occupazione israeliano penetrato ultimamente all’interno della Striscia.
La celebrazione è stata accolta con grande inquietudine e agitazione dai principali attori globali e regionali, rimasti freneticamente in attesa dell’intervento del leader del movimento libanese di Hezbollah.
Il portavoce dell’Organizzazione, Sayyed Hassan Nasrallah, ha aperto la discussione con un elogio al sacrificio dei combattenti palestinesi caduti eroicamente in battaglia durante gli scontri armati contro l’esercito israeliano.
Dopo aver espresso la propria solidarietà alle famiglie delle vittime, Nasrallah ha ricordato le dure e disumane condizioni di vita a cui sono stati sottoposti i palestinesi per otto decenni, e che sono estremamente peggiorate con l’ultimo governo visto come “estremo, stolto e brutale.”
Ad avviso del leader di Hezbollah, la comunità internazionale è corresponsabile dei crimini commessi da Israele perché ha deliberatamente ignorato il sistema di apartheid e violenza imposto da Tel Aviv ai danni dei civili palestinesi nella Striscia di Gaza e nella Cisgiordania occupata.
Gli eventi del 7 ottobre hanno scosso profondamente la stabilità politica dell’entità sionista, provocando un impatto sismico “sulla sicurezza, sull’esercito, sulla psicologia e sul morale del nemico.”
Sayyed Nasrallah ha evidenziato la fragilità e la debolezza del regime israeliano che ha avuto immediato bisogno di sostegno dagli Stati Uniti subito dopo l’attacco di Hamas.
Per il leader di Hezbollah non vi era altra scelta per i combattenti palestinesi che intraprendere una nuova guerra contro Israele, gettando così le basi per una “nuova e storica fase nel conflitto con il nemico.”
“È stata una scelta saggia, giusta, coraggiosa, tempestiva e degna di tutti i sacrifici”, ha ribadito Nasrallah.
Gli Stati Uniti hanno una responsabilità nell’attuale crisi e devono essere ritenuti responsabili per i danni inflitti contro i popoli della regione, e la decisione, presa dalla resistenza irachena, di attaccare le basi americane in Iraq e Siria è degna di nota e sottolinea la compattezza e la fratellanza del mondo islamico contro l’oppressore straniero.
La retorica di Washington sul diritto internazionale è “ipocrisia”.
“Dobbiamo sapere che sono gli Stati Uniti a impedire un cessate il fuoco a Gaza ed impediscono la condanna internazionale del nemico,” ha dichiarato Hassan Nasrallah.
Questo scontro per Hezbollah si concluderà solo con la vittoria di Gaza e la sconfitta definitiva di Israele e dei suoi seguaci.
“I martiri di Gaza, i suoi bambini e le sue donne, smascherano le false maschere che hanno cercato di ingannare il nostro popolo, promuovendo l’entità e spingendo i paesi verso la normalizzazione.”
“Quello che sta avvenendo a Gaza non è come le guerre precedenti; è una battaglia decisiva e ciò che verrà dopo non sarà come nulla prima”.
Conclude il leader di Hezbollah con due obbiettivi da porsi: in primo luogo arrestare l’aggressione sionista ai danni di Gaza e per secondo sostenere la Resistenza palestinese, in particolare Hamas.