Studi scientifici riportati anche dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) concludono che non ci sono sufficienti evidenze che possibili cambiamenti nella probabilità o della magnitudo degli eventi alluvionali possano essere attribuiti all’influenza umana sui cambiamenti climatici.
Inoltre, numerose alluvioni e inondazioni disastrose hanno interessato il territorio italiano nel passato.
Solo per fare pochi esempi: nel Settembre 1557 a Palermo (7000 morti) e, pochi giorni dopo, a Firenze; nell’Ottobre 1951 in Calabria (68 morti) e, pochi giorni dopo, nel Polesine (101 morti); nel Novembre 1966 a Firenze (47 morti) e, pochi giorni dopo, nel Triveneto (87 morti), quando esondarono tutti i fiumi del bacino dell’Adige e a Venezia l’acqua alta toccò i 2 metri. I cambiamenti climatici non vanno confusi – come troppo spesso si ascolta dai mezzi di informazione e dalle dichiarazioni di alcuni responsabili politici – con gli eventi meteorologici, e le alluvioni non dipendono solo da eventi meteo-climatici ma anche dalla geomorfologia e dall’uso del suolo.
Le cause dei danni dovuti agli eventi alluvionali e che vengono associati ai cambiamenti climatici sono invece dovuti nella loro quasi totalità a scelte di pianificazione territoriale e costruttive umane non corrette, ad una lettura sbagliata del territorio e del sistema fluviale e marino nella loro continua dinamicità.
[…] Ridurre l’uso di carbone, petrolio e gas con l’obiettivo di mitigare il clima al fine di prevenire disastri ambientali è non solo illusorio ma, peggio, storna risorse da possibili interventi di sicura efficacia.
(Fondazione Climate Intelligence Italia https://www.provitaefamiglia.it/blog/dramma-alluvioni-in-emilia-romagna-il-parere-di-esperti-e-scienziati-sulle-responsabilita-delluomo-sui-cambiamenti-climatici?fbclid=IwAR2n35OG0uaVQqHG1tZiewLdzDP8gISr7TSi1JpPtOwHi9ffjBltCQVV_MQ)