“Le povere fanciulle potranno farsi facilmente una dote.
A che serve loro l’organo della maternità? Lo cederanno alla ricca signora infeconda che desidera prole per l’eredità dei sudati risparmi maritali.
Le povere fanciulle guadagneranno quattrini e si libereranno di un pericolo.
Venderanno la possibilità di diventar madri: daranno fecondità alle vecchie gualcite, alle guaste signore che troppo si sono divertite e vogliono ricuperare il numero perduto.
I figli nati dopo un innesto?
Strani mostri biologici, creature di una nuova razza, merce anch’essi, prodotto genuino dell’azienda dei surrogati umani, necessari per tramandare la stirpe dei pizzicagnoli arricchiti.”
(l’Avanti! 6 giugno 1918)