Nell’incredibile inedia dell’opinione pubblica americana (ma anche di quella europea), il Governo Biden preme sull’acceleratore della sua follia globalista e guerrafondaia ricorrendo agli stessi mezzi di provocazione che portarono alla “sporca guerra” del Vietnam
di Pamela Testa
Non c’è niente da fare, gli yankee continuano a rivelarsi maestri assoluti nel provocare conflitti, e fanno di tutto per non smentirsi neppure stavolta facendo transitare due loro grosse navi da guerra nello spazio di mare (Stretto di Formosa) che separa la Cina continentale da Taiwan.
Sebbene il comunicato della Marina statunitense del 28 agosto u.s. si affretti a precisare che stavano navigando in acque internazionali, tenendosi distanti dal limite territoriale delle 12 miglia marine, la mente non può comunque non riportarci al famoso “Incidente del Tonchino”, che poi fu il casus belli che scatenò’ la Guerra del Vietnam.
Anche allora (4 agosto 1964) una nave USA stava – a detta loro – navigando in acque internazionali nel Mar della Cina, mentre in realtà quell’unità militare (la USS Maddox), stava compiendo una delle tante missioni di spionaggio.
I nordvietnamiti se ne accorsero e gli lanciarono contro tre cacciatorpediniere, ma benché non fossero riusciti a provocare nessun morto tra i marinai americani e solo qualche danneggiamento alla Maddox, peraltro venendo ben presto colpiti dai jet partiti da una portaerei intanto piazzata nelle vicinanze, l’episodio basto’ ed avanzò al Presidente Johnson per farsi autorizzare lo Stato di Guerra dal Congresso, dunque a mettere in moto tutta la loro potente macchina bellica contro la giovane Repubblica del Vietnam del Nord, con le turpi conseguenze che ricordiamo.
La storia sembra dunque tragicamente ripetersi, ma la cosa più ancor tragica è che la prima a non accorgersene sembra proprio essere l’opinione pubblica statunitense, mentre il Governo Biden, molto probabilmente terrorizzato dalle proiezioni di voto che intanto emergono sulle prossime elezioni di medio termine (novembre prossimo), preme irresponsabilmente sull’acceleratore della propria follia guerrafondaia dopo aver lanciato lo scorso mese un’altra pesante provocazione ai cinesi spedendo a Taiwan la sua Segretaria di Stato, la mefistofelica Nancy Pelosi.
La strategia USA continua perciò ad essere sempre la stessa, avvicinarsi quanto più possibile alla “bestia” da provocare tenendosi però ben pronti a pugnalarla alla prima reazione, e non c’è bisogno di andare quasi 60 anni indietro per notarlo visto quel che ultimamente sono stati capaci di provocare in Ucraina grazie ad un loro presidente-fantoccio (dietro la cui elezione ci sono state incredibili ingerenze a stelle e strisce), nonché grazie ai loro fiancheggiatori di una Unione europea sempre più scandalosamente piegata ai voleri di Washington.
Ora come allora i motivi sono pressoché gli stessi, ovvero il “dover difendere” l’occidente libero e democratico dal pericolo comunista, ma se queste motivazioni potevano avere un qualche riscontro negli anni ‘60 – “rinverdite” ad hoc negli anni ‘80 e seguenti dal pericolo islamista – quello che oggi gli americani portano avanti è sempre e soltanto una loro volontà chiaramente imperialista (attualmente traducibile negli interessi del globalismo più sfrenato, nemico dichiarato dell’Umanità).
Ecco dunque che, nella consapevolezza di dover prima o poi perdere la loro supremazia economica, tentano come hanno sempre fatto di provocare l’ennesimo scontro armato con le altre potenze mondiali che ne insidiano il primato (anche quello politico diciamolo), nulla di più e nulla di meno rispetto a quanto già avveniva nei grandi regni medievali e con buona pace dei “sudditi” – tanto americani quanto europei – che intanto continuano a cercare di portare avanti le loro uniformi quanto uniformate vite, districandole tra le mille pseudo-emergenze che intanto li avvelenano giorno per giorno…
Chiunque abbia conservato un minimo di senno oltre che di memoria storica può senz’altro affermare che guerre di potere fanno schifo almeno quanto quelle di religione (anche perché accomunate da identici fini), ma i moderni “servi della gleba” dell’emisfero occidentale continuano a non accorgersene confidando nella saggezza e nella lungimiranza dei loro “sovrani”, invece di ribellarsi come dovrebbero al potere globalista che punta ora impoverirli, annichilirli e decimarli senza perdere altro tempo.
In questo senso ritengo che proprio il popolo americano (che pure seppe fermare la “sporca guerra” del Vietnam) abbia delle responsabilità molto grandi; responsabilità che oggi sembrano sprofondare in una colpevolissima inedia e nella quale proprio i loro alleati “italioti” – al pari – si stanno distinguendo.
Così neanche gli statunitensi riescono più a percepire come loro stessi siano ormai divenuti i cittadini di un autentico “stato-canaglia”, esattamente come quelli che per decenni hanno dichiarato di voler combattere ma dei quali ne hanno ormai assunto le peggiori sembianze, ancorché travisate da quel “occidentalismo” che ai ns. orbi sguardi di europei riesce comunque a renderci accettabile ciò che accettabile NON può proprio NE’ ulteriormente essere.