di Ramona Castellino
In Georgia sono cominciate le manifestazioni filo UE.
I manifestanti sono scesi in piazza a Tbilisi. Tra tutti spicca la presenza della ormai onnipresente Greta Thumberg.
Qualcuno si era fatto ingannare dalla lotta per la causa palestinese della ormai ex bambina icona del cambiamento climatico.
Ma Greta è e rimane quello per cui è stata creata ad hoc.
Paladina del clima, delle teorie gender e LGBT, contro la Russia e a favore dell’Ucraina, sostenitrice delle rivoluzioni colorate in ogni parte del mondo.
Quello che sfugge è che Greta fa parte di quella frangia più estrema e fanatica del mondo globalista, da sempre legata alle associazioni connesse a Soros, il quale, da molto tempo, in lotta contro il presidente israeliano Netanyahu.
Una pedina, mossa ad arte da quel globalismo che ha mille facce e tante teste sempre con lo stesso infame fine e cioè la distruzione di ogni valore, di ogni identità da quella di genere a quello nazionale, di ogni tradizione e di ogni visione spirituale della vita.
Un globalismo infame, contrario ad ogni sorta di decisione popolare ed esempi plastici sono proprio le recenti votazioni in Moldavia e in Georgia e sempre più in affanno e in difficoltà grazie al vento del Sovranismo Popolare che soffia ormai in ogni parte del mondo.