La Pandemia della Sorveglianza
Quanti sono questi occhi? Dove sono questi occhi? Fino a dove ci scrutano? Quali abissi della nostra anima possono esplorare? Quanto sono invadenti, pervadenti e sottili questi occhi? Siamo sicuri di aver compreso fino anche punto si spingono? Soprattutto abbiano compreso quanto sia pericolosa questa deriva?
David Lyon da grande sociologo ed esperto dei sistemi di sorveglianza ha colto in pieno il punto nevralgico della vicenda: più che la proliferazione di una sorveglianza pandemica, c’è stata una vera e propria “pandemia della sorveglianza”.
Il mantra dei nostri tempi è il “tecno-sulozionismo”, la fede cieca nella tecnologia e nel suo potere taumaturgico, al limite del magico e questa cieca fede nell’accumulazione di dati che il Professor Lyon definisce col termine di “datismo”.
Il mondo intero ha riposto fede e speranza nella dittatura dell’algoritmo.
David Lyon non è un negazionista, non è un complottista, non è un no mask.
David Lyon ha rispettato le regole, ha giudicato mascherine, distanza e quarantene, “misure necessarie”, eppure da persona intelligente e da onesto studioso ed esperto dei sistemi di sorveglianza, oltrechè sociologo e professore emerito alla Queen’s University Canada, non ha potuto fare a meno di criticare in maniera pungente il percorso intrapreso dall’occidente, in particolare, ma in generale dal mondo intero a tutte le sue latitudini.
La Pandemia si è trasformata per il Professore nell’ennesima opportunità per applicare il paradigma della Shock Economy, giocando sulla paura delle masse per giustificare l’implementazione dei sistemi di sorveglianza, che rischiano di rimanere in funzione per altri scopi come successe 22 anni addietro con la catastrofe delle Torri Gemelle.
Fu introdotto il Patrioct Act, che sopravvive ancora oggi a distanze di quattro lustri e più.
La Pandemia ci ha fatto ricordare a tutti quanto sia onnipresente e pervasivo il controllo che attraverso le tecnologie digitali i governi possono esercitare sulla cittadinanza e quanto l’alleanza sul modello del partneriato pubblico-privato tra big tech e governi sia potente e prepotente.
Dimostra anche la forte irrazionalità e la pochezza di una intera classe dirigente che ha annaspato e si è dimostrata, oltreché collusa, totalmente incapace ed inadeguata, tanto da dover seguire il modello autocratico, totalitario e predittivo della dittatura cinese.
Ma il più grande rischio è quello di supporre e pensare, che sia possibile ridurre la realtà ad un accumulo di dati analizzabili, cosa che ne riduce l’infinità complessità e la mortifica, dandoci una visone distorta e fallace della stessa, e soprattutto rimarca come gli algoritmi non siano neutrali, bensì frutto della mente umana che li concepisce e per cui fonte di pregiudizi e schemi mentali che ne fanno un boomerang e come osserva il professor Frank Pasquale “creano una società da scatola nera” e non è possibile vederli.
Secondo David Lyon “Gli algoritmi non sono soltanto “tecnici” e “neutrali”.
Sono mezzi potenti di organizzazione dei dati per scopi specifici[…]
La società da scatola nera è un “sorting machine” per gestire quantità enormi di informazioni sulle vite quotidiane, i comportamenti e i movimenti degli individui tra cui i dati sanitari” e ribadisce ulteriormente che “il dibattito politico e persino le norme giuridiche che ne conseguono potrebbero essere determinati da dati che “in teoria vedono tutto” ma in pratica propongono una visione piuttosto confusa”.
Con questa considerazione non possiamo che essere pienamente concordi.
In conclusione: vogliamo veramente che a guidare le nostre esistenze siano degli algoritmi?
Vogliamo veramente che delle macchine programmino le nostre esistenze?
Vogliamo essere dei piccoli robot?
Vogliamo essere dei moderni Pinocchio?
O vogliamo tornare a essere uomini liberi?
Sembra, infatti d’essere passati dalla “mano invisibile” del libero mercato, alla “mano invisibile” dell’Intelligenza Artificiale.
Tutto ciò è abbastanza inquietante e merita un dibattito approfondito.
È questo il mondo che vogliamo per i nostri figli?
Io credo di no, a prescindere dalla scelta di indossare una mascherina o di rispettare una quarantena.
Francesco Centineo
(https://sfero.me/article/-occhi-virus)