In un mondo che grida all’innovazione e alla digitalizzazione delle procedure, in un sistema che punta a temi inarrivabili per scalfire le basi della società assistiamo sempre di più al fallimento di questi metodi che non tengono conto né delle “variabili umane ” e neanche della meritocrazia, che paradossalmente viene esaltata solo per giustificare scelte fuori da ogni logica. Oggi poniamo l’attenzione sugli insegnanti precari d’Italia – senza aver la presunzione di argomentare sull’enorme matassa che ingloba questa categoria – che si trovano in una situazione surreale e priva di rispetto per qualsiasi lavoratore.
Centinaia di docenti esasperati hanno sottoscritto una lettera sperando che possa arrivare all’attenzione del Ministero della pubblica istruzione italiana, sicuramente troppo impegnato a far rispettare i tempi dell’agenda 2020-2030. Italia Libera dà voce a chiunque voglia dir la propria soprattutto se vittima di questo ingranaggio che vuole stritolare le nostre vite, sperando che sempre più cittadini prendano coscienza della situazione insostenibile che vivono in maniera trasversale.
“Ogni anno noi insegnanti precari, in migliaia, attendiamo la nomina per le supplenze, nomine espletata attraverso un sistema informatico impostato in base ai dettami dell’Ordinanza Ministeriale. L’algoritmo che provvede ad assegnare le cattedre lavora abbinando le posizioni dei docenti inserite nelle graduatorie provinciali (GPS) alle sedi scelte dai docenti stessi, incrociando il punteggio di ogni docente con le supplenze disponibili nei vari istituti scolastici. I problemi nascono spesso già prima delle assegnazioni, in quanto alcuni docenti non trovano corrispondenza fra il punteggio maturato e quello effettivamente pubblicato in GPS dall’Ufficio Scolastico di appartenenza; tali errori non sempre vengono corretti e si ripercuotono in sede di assegnazione (a beneficio di qualche furbo ed a danno di chi lavora correttamente).
Oltre alle correzioni assenti, inoltre, accade che non ci sia verifica di titoli da parte dell’USP né degli istituti in cui il personale prende servizio su supplenza e che ci si trovi “scavalcati” da chi non avrebbe diritto ad una supplenza. Non sempre, inoltre, l’USP provvede a rispondere ai chiarimenti richiesti via mail dai docenti, né veniamo tutelati dai sindacati. Il sistema di assegnazione delle supplenze, come detto sopra, è impostato in modo da abbinare le preferenze delle scuole scelte ai docenti, lavorando in base al punteggio in graduatoria ed ai post disponibili per le supplenze.
I docenti però non hanno contezza di quante siano le disponibilità effettive in ogni istituto, in quanto queste vengono pubblicate insieme alle assegnazioni o comunque successivamente alla scelta delle proprie preferenze, e già questo non riflette trasparenza nel sistema: l’espressione delle proprie preferenze avviene al buio. Questo, con le assegnazioni in presenza, non sarebbe potuto avvenire. Inoltre il sistema, effettuato un primo turno in base alle prime disponibilità, non tiene conto del fatto che ci saranno nuove supplenze disponibili (per vari motivi, ad esempio rinunce) in scuole di preferenza di docenti non “abbinati” attraverso il primo turno, perché riparte a calcolare le assegnazioni dall’ultima posizione per cui ha lavorato in precedenza.
La conseguenza è che docenti con punteggi maggiori si vedono “scavalcati” da colleghi che occupano posizioni inferiori in graduatoria. Questo, con le assegnazioni in presenza, non sarebbe potuto accadere. Aggiungiamo che, in alcune province, a scuole già riaperte, non è partito ancora il primo turno di nomine, con tutti i gravi disagi che ne conseguono e totale mancanza di rispetto per docenti ed alunni. CHIEDIAMO più TRASPARENZA da parte degli Uffici Scolastici e del Ministero dell’Istruzione. CHIEDIAMO assegnazioni in presenza oppure UN SISTEMA TRASPARENTE e CORRETTO”.
di Amalia Miranda