di Fabio C. Maguire
Nella giornata del 5 aprile gli eventi di rilievo sono stati molteplici, con i diversi attori internazionali impegnati reciprocamente in viaggi, incontri e discussioni.
In primo luogo il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha tenuto un incontro con l’ambasciatrice americana a Mosca, Lynne Tracy, nel quale il leader del Cremlino è apparso molto cinico e diretto.
Infatti Putin ha rivolto specifiche accuse al governo statunitense, attribuendogli totalmente la responsabilità per il presente conflitto in Ucraina.
“Gli Stati Uniti hanno sostenuto le rivoluzioni colorate nelle ex Repubbliche Sovietiche e il colpo di stato di Kiev del 2014 è alla base dell’attuale conflitto.”
Il leader russo ha espressamente affermato, in maniera chiara e coincisa, dinanzi un rappresentate ufficiale degli USA, che Washington è colpevole del rovesciamento dei governi in Europa centro-orientale e dunque della crisi russo-ucraina, maturata a seguito del golpe di Maidan.
Le relazioni tra i due Paesi si trovano ad oggi in “una crisi profonda”, in un clima di quasi totale incomunicabilità.
In giornata invece il presidente ucraino Zelensky ha raggiunto il suo omologo polacco al palazzo presidenziale a Varsavia.
Si tratta della prima visita ufficiale del capo di Kiev in Polonia, la terza all’estero.
Il leader polacco Duda ha rassicurato i vertici militari ucraini, informando che “la Polonia trasferirà in tutto 14 caccia Mig-29 all’Ucraina, mantenendo nel suo arsenale jet aggiornati secondo gli standard NATO.”
La Polonia ribadisce il proprio supporto incondizionato, che più per un sentimento solidaristico è figlio di una radicata passione anti-russa nella leadership polacca.
Infatti poco interessa a Varsavia delle sorti dell’Ucraina perché qualora quest’ultima non riesca a vincere Mosca, Duda e company hanno già calcolato e organizzato la spartizione dei territori ucraini come mostrano d’altronde molte trasmissioni televisive polacche, in ogni caso sarebbe una vittoria.
Anche Pechino però si aggiunge alla lista.
La capitale della Repubblica popolare sarà un vero e proprio “crocevia diplomatico” nei prossimi giorni.
Nella giornata del 5 aprile è giunto il Presidente francese Macron, il quale, prima del viaggio, ha avuto una conversazione telefonica con il Presidente Biden, chiedendo conferma del programma da presentare a Xi.
Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare in città anche Ursula von der Layen che, congiuntamente con il premier francese, tenterà di persuadere la Cina a non offrire ulteriore sostegno alla Russia.
Macron ha affermato che “la Cina può svolgere un ruolo importante per la pace”, parole esatte che infatti trovano conferma nel programma negoziale di 12 punti presentato dalla leadership cinese lo scorso febbraio ma scartato celermente dai leader occidentali.
Tutto questo sul sfondo dell’incontro fallito tra sindacati francesi e delegazione presidenziale, la quale non sembra disposta ad accettare le richieste dei lavoratori ma a “ricacciarlo nelle piazze.”
La CGT ha proclamato per giovedì un altro sciopero generale.