L'Italia Mensile

GESÙ UOMO RIVOLUZIONARIO

di Ramona Castellino

In occasione del Venerdì Santo ho avuto la fortuna di ricevere gli auguri da un caro amico nonché uomo di Chiesa, Padre Lino, che mi ha fatto riflettere sulla figura di Nostro Signore Gesù Cristo, non più solo come martire ubbidiente e sottomesso al suo destino, ma come un rivoluzionario e forse mai come oggi, uomo di esempio e di attualità che combatte contro le ingiustizie dei padroni.

Padre Lino esamina la figura di Gesù nel suo atteggiamento nei confronti dell’autorità, dal suo arresto alla Resurrezione.

Gesù viene considerato arrogante dai capi del tempio ebraico e dai loro ruffiani, offesi dal silenzio di un uomo che nel momento più alto della sua persecuzione, mostra una dignità fuori dal comune.

Ci si aspettava probabilmente una “falsa umiltà” o come diciamo oggi un “lecchinaggio” per avere salva la vita, di fronte invece si trovano un uomo regale, chiuso in un silenzio, non sottomesso ma bensì carico di forza.

Interrogato dai sacerdoti del tempio sulla sua Parola e sui suoi discepoli Gesù risponde:
“Io ho parlato apertamente al mondo. Sempre ho insegnato nelle sinagoghe dove si radunano tutti i giudei e niente ho detto in segreto. Perché mi interroghi? Interroga quelli che hanno inteso di cosa ho parlato. Sanno essi quello che ho detto.”

Per queste parole dette al sommo sacerdote Gesù viene schiaffeggiato reo di orgoglio e presunzione.
“Se ho parlato male mostrami ciò che vi è di male. Ma se ho parlato bene perché mi percuoti?”

Gesù sfida l’autorità costituita essendo nel giusto.

Anche quando viene interrogato da Pilato, il suo comportamento sembra altero ed è invece proprio qui che ci lascia forse uno dei suoi più grandi insegnamenti del periodo pasquale.

Nella fermezza della Fede e delle idee dà l’esempio più alto di come ci si dovrebbero comportare al cospetto di un’autorità iniqua e padrona di schiavi.

Gesù non conosce la parola un’udienza al cospetto dell’ingiustizia.

Ed è proprio per questo che la sua figura assume i contorni si di un martire per la salvezza degli uomini tutti, ma anche di rivoluzionario, saldo nelle Fede e nelle idee, con coraggio ma soprattutto con una estrema dignità.

Il calvario di Gesù è stato il frutto della cattiveria umana che ha tentato di reprimere un’idea che invece lungi dall’essere soppressa, è esplosa come un fiume in piena.

Padre Lino definisce l’atteggiamento di Gesù quasi regale nella sua disubbidienza, nel suo essere rivoluzione verso un padrone che con il suo potere lo vuole umiliare e calpestare agli occhi di chi gli accorda il potere che esercita, trasportandolo ai giorni nostri dove l’arroganza dei potenti ci vuole schiavi, muti e rassegnati laddove non può averci ruffiani.

Un Venerdì Santo quindi che si a favore della nostra dignità, contro la falsa umiltà di convenienza nei confronti dei potenti, la cui legittimità gli viene data da altri uomini arbitrariamente e nulla vale.

Proprio per questo laddove l’idea di giustizia è più alta abbiamo il dovere spirituale e morale di dice difenderla, con coraggio, con forza e con la serenità dei giusti.

Gesù si sveste dell’abito di agnello sacrificale che con rassegnazione viene “macellato” per vestirsi con gli abiti di un uomo forte, coraggioso, rivoluzionario che è pronto a distruggere con il suo sacrificio e ricostruire qualcosa di nuovo, di grande e immortale e che anche nel momento più alto della sua passione non perde di forza ma e soprattutto di dignità.

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