di Ramona Castellino
Si conclude pacificamente la prima protesta “globalista” in Georgia.
Nonostante fosse fomentata da tutto l’Occidente, con a capo la Von der Layen, inorridita dall’esito delle elezioni popolari e per questa democrazia che non piace proprio agli europei.
Ma i rapporti tra la UE e la Georgia non sono sempre stati resi, anzi. Fino a pochi mesi fa il governo georgiano aveva attuato “riforme significative in una serie di settori e ha riavvicinato con successo la propria legislazione a quella europea”.
Gli strappi con Bruxelles iniziano quando la Georgia si permette di adottare la legge sulla trasparenza dell’influenza straniera che obbliga tutte le organizzazioni che ricevono finanziamenti superiori al 20% dall’estero a registrarsi come agenti stranieri.
Inoltre avendo vissuto le rivoluzioni colorate la Georgia limita i finanziamenti delle Ong mascherate da società civili.
Per ultimo il divieto per legge della propaganda LGBT, il matrimonio delle persone dello stesso sesso e le adozioni.
Da qui la Georgia diventa il pericolo numero uno per i globalisti di tutti il mondo che in odore di SOVRANISMO POPOLARE gridano al complotto e ai brogli laddove il volere popolare non coincide con le imposizioni democratiche globaliste.
Quindi la Georgia diventa un pericoloso stato filorusso, solamente perché non vuole la guerra contro la Russia né le relative sanzioni che ne metterebbero in ginocchio l’economia, razzista perché per mantenere la pace ha ridotto l’influenza delle Ong straniere e omofobo perché a difesa della famiglia.
Per quanti sforzi facciano i governi di mezzo mondo il vento del SOVRANISMO POPOLARE soffia in tutto il mondo!