Ci preoccupa e ci inquieta quello che il premier Meloni ha firmato al G20. Ci riferiamo alla questione del passaporto digitale tanto caro ai potenti. Caro in particolar modo a Klaus Schwab, ingegnere tedesco, fondatore del World Economic Forum e ospite d’onore del G20 a Bali.
Per Schwab, ormai a guida dei potenti della terra, e per i presenti, il green pass è considerato uno strumento di grande successo. Dopo un melenso e stucchevole salamelecco nei confronti dell’OMS, si è ripartiti con il fine ultimo ma il più caro e perseguito della certificazione vaccinale e cioè la necessità di “rafforzare la sorveglianza globale” sia per contrastare il covid non ancora sconfitto ma anche per “rafforzare la prevenzione e la risposta alle future pandemie ( ormai date per certe e inevitabili), basandosi sul successo degli standard esistenti e dei certificati digitali COVID 19”.
Finalmente nero su bianco non solo la maniacale ossessione di Schwab e cioè la schedatura digitale degli esseri umani, ma si palesa anche una parte molto importante della loro amata e sottoscritta Agenda di Davos.
“Riconosciamo l’importanza di standard tecnici condivisi e metodi di verifica per facilitare i viaggi internazionali senza interruzione , l’interoperabilità e il riconoscimento di soluzioni digitali e non digitali, inclusa la prova delle vaccinazioni”.
Da queste dichiarazioni si evince chiaramente come il G20 consideri un successo l’utilizzo del green pass, il quale andrebbe assolutamente riutilizzato in caso di una nuova emergenza sanitaria. E qui la questione si fa ancora più spinosa nel domandarsi se anche un’influenza di grande importanza possa essere annoverata nella categoria di emergenza sanitaria.Tornando in Italia puniamo l’ accento sulla grande dicotomia del governo.
Come può il premier Giorgia Meloni aver firmato questa dichiarazione, così in contrasto con le precedenti, non solo del suo insediamento, ma anche di quelle appena rilasciate nella conferenza di fine anno, dove ribadiva con veemenza la linea del governo in materia green pass sul quale aveva dichiarato: “Non mi è parso così efficace, come dimostra la Cina”! E ancora: “Non neghiamo l’esistenza del Covid. Siamo stati tra i primi paesi UE ad adottare misure di prevenzione, prenderemo provvedimenti adeguati all’evoluzione del quadro ma ci sono due punti ai quali non torneremo mai. E sono il green pass e i lockdown. Non ci saranno più né l’uno né l’altro…quella storia è finita”.
Sarà interessante vedere nei prossimi giorni come Giorgia contraddirà Giorgia…
di Ramona Castellino