L'Italia Mensile

Fuori I Fascisti Dall’Università… Ciack, Si Gira!

La ridicola protesta “antifa” andata in scena alla Sapienza di Roma dà ulteriore prova della squallida omologazione di menti sempre più allineate al pensiero unico, oltre che a confermare l’Università stessa come luogo di conformazione globalista e non certo di formazione critica.

Sarà subito diretta oltre che sincera: non so se mi fanno più pena oppure più rabbia i – peraltro pochi – studenti della facoltà di Scienze Politiche che all’Università Sapienza di Roma hanno armato una misera gazzarra contro la Polizia, e che i soliti “giornalari” di uno schieramento come dell’altro (tanto per noi pari sono) hanno subito definito SCONTRI, nonostante dai filmati, oltre che dalle notizie che circolano tutt’ora, non si registri nemmeno un contuso.

L’antefatto di ciò sta in un convegno che Azione Giovani, l’edulcoratissimo e molto “sbandierante” movimento giovanile di Fratelli d’Italia, aveva organizzato oggi nell’ateneo romano per volontà del suo presidente, tale Fabio Roscani (un fedelissimo della Premier Meloni) ed al quale era stato invitato in veste di relatore Daniele Capezzone, ex esponente radicale ed ex braccio destro di Marco Pannella, divenuto prima parlamentare nelle file Berlusconiane e poi ricercato opinionista in diverse trasmissioni di approfondimento politico.

Indubbia espressione di un certo partitismo ma comunque acuto osservatore di vicende politiche, non escluso l’infame obbligo vaccinale per il quale ha comunque ed a più riprese ha espresso la sua motivata avversione, ciò in aperto contrasto con la sua ex compagna di partito, la sempre (con)turbante Emma Bonino, oltre che con tutti gli altri tirapiedi del Silvione di Arcore e che con lui hanno pure seduto sugli scranni parlamentari.

Ecco dunque che la presenza dei due indesiderati di cui sopra a Scienze Politiche per qualcuno è sembrata un’inaccettabile provocazione, un attacco eversivo e reazionario, così in men che non si dica un gruppuscolo di studenti ha deciso d’inscenare una protesta al grido di “Fuori i fascisti dall’Università”.

A parte il fatto che per dare del “fascista” ad uno come Capezzone ci vuol una fantasia senza limiti (oltre che senza pudori), ma quand’ancora tale appellativo fosse stato rivolto al solo Roscani il livello di tali fantasie permane comunque elevatissimo, ma il bello (anzi il brutto) è che neppure se ne rendono conto.

In un’Università che, anche in maniera accesa, contestò un docente come Aldo Moro non è che quest’episodio sia destinato a meravigliare più di tanto; ciò che meraviglia è però una certa influenza ideologica che ammorba quella facoltà, evidentemente ancora piena zeppa di docenti ex “sessantottini” o “para-sessantottini” che del 68 hanno conservato un languido ricordo giovanile, o che in quel ricordo si sono comunque ideologicamente formati.

Attenzione però, ho scritto RICORDO… perché non so quanti “sessantottini” ho poi visto e conosciuto nella mia vita ormai completamente integrati nella buona borghesia, nella quale oggi comodissimamente “militano” guardando dall’alto in basso (e diciamo pure un po’ schifati) quel proletariato del quale – ad illo tempore – si dichiaravano d’essere i rappresentanti oltre che la cosciente avanguardia.

Di certi docenti perciò neppure parlo, tanta è la ripugnanza che mi provocano con la loro sfacciata incoerenza e con il loro vile TRADIMENTO della classe operaia, ma a questi giovani qualche domanda andrebbe comunque rivolta, al di là del fatto che a credere ancora al cosiddetto “pericolo fascista” è rimasto solo quel poveruomo di Enrico Letta con tutti i suoi accoliti ed omologhi in diverse fazioni collocati (ovviamente per mere ragioni di propaganda e non certo per motivi reali).

Per questo domando e mi domando: dove erano i suddetti studenti, tutti protesi come si dicono verso la “democrazia partecipata” e la “cultura antifa”, allorquando sono stati reclusi mesi in casa per un lockdown assolutamente inutile e che ha devastato un’intera economia?

Non mi pare di aver poi udito alcuna protesta allorquando il Governo ha disposto per voi tutti l’adozione dell’infame tessera verde senza il quale non si poteva accedere alle lezioni, così come non vi si è proprio visti (se non per iniziativa di pochissimi singoli) alle manifestazioni di protesta contro l’apartheid sanitaria.

Possibile che non vi siate posti neppure una domanda se fosse il caso o meno d’accettare supinamente la sospensione di diritti fondamentali come quello al lavoro e quello allo studio?

Se vi sia parso giusto che innocui manifestanti, lavoratori e pensionati siano stati malmenati a manganellate, presi a lanci di idrante, strattonati fino a strappargli i vestiti e denunciati per aver rivendicato loro diritti naturali oltre che costituzionalmente garantiti?

Evidentemente no anzi, dirò di più, mi è stato dettagliatamente riferito come nella primavera scorsa (allorquando la sottoscritta era ancora saldamente reclusa a Rebibbia) in una manifestazione indetta al Circo Massimo si sia finalmente presentata sul palco una allegra delegazione di studenti romani i quali, al motto di “stiamo arrivando”, rassicurarono i presenti circa il loro impegno nel combattere insieme al resto dei “reietti no-vax” la dittatura sanitaria di Draghi, Speranza e compagni vari di merende.

Ma al di là di un quarto d’ora di frizzante popolarità, tanti sorrisi, gioiosi urletti ed un discorso del loro rappresentante che nel suo complesso aveva le inconfondibili sembianze del vuoto cosmico, non sembra che quegli stessi studenti abbiano fatto seguire fatti concreti ai loro proclami, neppure con la loro semplice presenza alle poche e successive manifestazioni… e così è se vi pare.

Eppure parliamo di ragazzi di mentalità aperta, allenata allo studio, naturalmente curiosa, che qualche straccio di dato sulle reazioni avverse causate dai sieri genici sperimentali e sui contagi Covid galoppanti lo avranno pur letto, oppure no..?

Eeeh, galeotta è stata certamente l’estate con il suo caldo e la sua voglia di holiday, magari quella stessa voglia che a giugno 2021 vide moltissimi giovani accalcarsi come pecore al recinto in quell’hub vaccinale di Bologna pur di assicurarsi il siero salvifico che gli avrebbe continuato a garantire gli spritz con gli amici, le serate in discoteca nonché gli irrinunciabili soggiorni vacanzieri.

Mi pare dunque chiaro come quei quattro gatti che hanno giocato a prendersi un po’ a spintoni con i celerini provengano da famiglie che hanno appoggiato in pieno un regime loro limpido rappresentante, mentre oggi gridano “al lupo – al lupo” per un qualcosa che non tornerà più.

D’altronde si sa (e lo dico da madre di due adolescenti) i giovani sono impulsivi, intransigenti, istintivi e per questo talvolta irragionevoli, ma se ci sono ragazzi, a maggior ragione se studenti universitari, che non hanno titolo a blaterare in questi termini di passate dittature sono proprio quelli che contro QUESTA DITTATURA – che da 32 mesi ancora ci strozza e c’imprigiona – NON HANNO PROFFERITO MEZZA PAROLA!

Ragazzi che dovrebbero rappresentare il futuro dotto e cosciente della Nazione, ma che invece hanno preferito adagiarsi placidamente sui bei divani dei loro signorili appartamenti e con le carte di credito sempre ben rifornite da mamma e papà, ovviamente in rigorosa quota elettorale PD, Azione, Italia Viva, +Europa e altro putridume di Sistema sul genere.

I vostri genitori, ancor di più i vostri nonni, 50 e più anni fa ebbero almeno il coraggio di scendere nelle piazze rivendicando un diritto ed un’idea di nuova e più giusta società mentre voi neanche quello, e così oggi siete qui a fare i ridicoli burattini di pseudo-docenti nonché di politici che per strada – nella vita reale tra il Popolo non ci si sporcano più neppure le suole delle scarpe.

di Pamela Testa

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