di Diego Fusaro
Per ora non accennano minimamente a spegnersi le proteste che stanno infiammando la Francia tutta.
Proteste che, come più volte abbiamo avuto modo di sottolineare, hanno per oggetto il capitalismo stesso, la sempre più iniqua società neoliberale, con tutto il suo volume di sofferenza e di oppressione.
Per questo, come si diceva, si tratta di proteste che l’ordine liberale non può assimilare e tanto meno celebrare, dovendole solo diffamare e reprimere.
Come peraltro sta facendo senza tregua in queste ore.
In un suo recentissimo discorso pubblico, Macron ha puntato apertamente il dito contro i social networks, colpevoli a suo giudizio di aver contribuito al dilagare della protesta e alla sua diffusione mediante le forme digitali.
Si tratta di parole assai preoccupanti, che preludono a una possibile limitazione dei social networks attuata in nome dell’emergenza.
Non sappiamo se ciò realmente avverrà, ma le premesse perché ciò possa avvenire sono state poste in essere dalle parole inequivocabili di Macron, prodotto in vitro dell’élite bancaria Rothschild.
D’altro canto siamo ormai abituati al modus operandi della governamentalità emergenziale di ordine neo-liberale: governamentalità che usa l’emergenza per imporre norme liberticide e oppressive che apparirebbero inaccettabili in assenza dell’emergenza.
Quindi dobbiamo essere pronti anche all’eventualità peggiore, come si è soliti chiamarla: quella della limitazione dei social networks in nome dell’emergenza.
Una volta di più appare come il libero Occidente democratico non sia poi così democratico e nemmeno così libero come pure va a pie’ sospinto dicendo di essere.