Il mondo della “contestazione sistemica” deve rifuggire due opposti estremismi.
Da un lato ci sono i “mitomani finto-puristi” che fondano partiti virtuali dove non esiste nessuno in carne ed ossa che vivacchiano in rete senza mai contare nulla nel nome di una grottesca “coerensa”; dall’altro ci sono quelli affetti da “ninfomania da candidatura” che cedono e si offrono al primo che passa facendo un fischio e un complimento volgare.
Dsp è un’altra cosa.
Noi abbiamo accettato di parlare con De Luca perché non siamo arroganti, non abbiamo però mai chiuso nessun accordo come va dicendo in giro qualche velenosa nullità alla “Toni Brando”, ma ci siamo defilati definitivamente appena comprese le vere intenzioni dello “statista di Fiumedinisi”.
In particolare il dialogo è saltato in maniera irreparabile nel corso di un incontro tenutosi in un ristorante romano il 13 di Marzo.
Presenti De Luca, Rizzo, Laura Castelli, Gianni Alemanno, Massimo Arlecchino e il sottoscritto.
A De Luca dissi con chiarezza due cose davanti a tutti:
1) “Nel rivolgerti a noi- prima di aprire bocca- ricordati che stai parlando con la forza politica più grande della eventuale coalizione” (sottinteso: decidiamo noi priorità, temi e linea politica complessiva).
2) Laura Castelli, già viceministro del pessimo governo Draghi, rappresenta un problema molto grave (sottinteso: De Luca è una “macchietta” e la sua storia politica fa testo fino ad un certo punto. La Castelli invece ha direttamente esercitato responsabilità di governo).
A quel punto, sulla base degli argomenti che ho limpidamente ricordato, il dialogo è finito per sempre.
Questi sono i fatti, il resto è pettegolezzo da comari.
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