Aleksandr Dugin
Il Forum Economico di Vladivostok ha ospitato la sessione più importante “Il Sud-Est asiatico in un mondo multipolare”.
Organizzatori del panel sono stati il Movimento russofilo (Nkosi Mandela), l’Istituto Tsargrad (fondatore K.Malofeev), il Multipolarity Forum, con la partecipazione attiva e stimolante di Maria Zakharova del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa.
Erano presenti anche l’ambasciatore dell’India nella Federazione Russa, Sua Eccellenza Vinay Kumar, l’ambasciatore della Repubblica Democratica Popolare di Corea nella Federazione Russa, Sua Eccellenza Shin Hong Chol, l’autore del concetto di Stato-Civiltà, professore dell’Università di Fudan, direttore dell’Istituto della Cina Chang Weiwei, la più famosa esperta di geopolitica dell’Indonesia Connie Rahakundini Bakri, l’ex Primo Ministro del Nepal Madzav Kumar Nepal, il più famoso geopolitico francese, l’ex membro del Parlamento europeo Emerick Choprad, il capo dell’influente organizzazione conservatrice giapponese Issuikai professor Mitsuhiro Kimura, il famoso giornalista e analista Pepe Escobar, intellettuali ed esperti provenienti da Myanmar, Filippine, Vietnam, Malesia e molti altri Paesi della regione.
Tutti hanno concordato all’unanimità sulla necessità di costruire un ordine mondiale basato sulla decolonizzazione della mente, sui valori tradizionali, sul riconoscimento dell’uguaglianza delle civiltà, sul multipolarismo contro l’egemonia occidentale, l’unipolarismo, il globalismo e un ordine liberale costruito su “regole” che l’Occidente e le élite globaliste mondiali cambiano continuamente e non rispettano.
Gli oratori hanno sottolineato che la Russia è una grande potenza del Pacifico, che il centro di gravità della politica mondiale si sta spostando verso Oriente, che l’Eurasia è la zona in cui si concentrano le principali risorse demografiche, naturali ed economiche dell’umanità e che il futuro è nel Sud-est asiatico, dove convergono le grandi (eterne) civiltà: russo-ortodossa, confuciana, indiana, islamica e buddista.
Il compito è ora quello di costruire un dialogo costruttivo tra loro, espandere la cooperazione economica, sostenere le iniziative di integrazione, costruire un sistema di sicurezza collettiva, escludendo l’egemone aggressivo – l’Occidente, il globalismo e le élite coloniali, orientate all’unipolarismo e disperatamente aggrappate al dominio mondiale, che sta rapidamente scomparendo dalle nostre mani.