Giuliano Castellino
Come ampiamente prevedibile, l’ (in)utile scontro destra/sinistra, fascismo/comunismo, antifascismo/anticomunismo è tornato… naturalmente segnato dalla degenerazione e dalla stupidità galoppante dei tempi in cui viviamo e dei relativi figuranti che li “animano”.
La Russa difende i busti di Mussolini, la Ferragni si intesta i cosiddetti diritti civili (guai a parlare di quelli sociali!)… e così… la Meloni è il nuovo Duce e Fedez in Ferragni il capo dei nuovi partigiani.
La destra di oggi è tutta bluet e anti russa, e targata Nato, la sinistra usa lo smalto fucsia, è filo atlantica, anti russa e si avvolge nella bandiera arcobaleno; tutto perfetto: le due facce complementari del regime liberal capitalista, serve del globalismo e dell’imperialismo Usa.
Recitano le parti assegnate loro, litigando su quanto di più irrilevante ci sia e in armonico accordo quando, invece, si tratta di non fare gli interessi nazionali e affamare gli italiani… nemici su maschere di carnevale, gusti sessuali, presenza di Mattarella a Sanremo… compatti su Nato, Ue, guerra, macelleria sociale: la stessa unità scellerata che accompagnò Monti, Draghi e la gestione della presunta pandemia, è la giusta interpretazione di quel che deve fare la politica nell’era delle perma-emergenze.
Non è una dialettica, ammesso che di dialettica si tratti, che ci interessa. Andare oltre, superare il ‘900, significa lasciarsi tutto questo alle spalle, puntare alla creazione di un ampio comitato di liberazione nazionale contro la tirannia liberal-capitalista, sia applicata da destra che da sinistra, è un obiettivo, insieme patriottico e socialista, che punta all’unità di popolo e a quell’indipendenza nazionale e alla sovranità popolare necessarie a cui nessun partito è realmente interessato e alla quale anche molti degli elettori del “meno peggio” di turno non credono veramente.
Lo sviluppo degli eventi a cui assistiamo oggi parla chiaro: la lotta di classe è ancora il motore della storia!
Schierarsi con il popolo dei dominati, contro l’élite dei dominanti, per chiudere con gli strascichi velenosi del secolo scorso, si deve guardare alla Russia putiniana, con i suoi alleati speranza per una nuova Europ in un mondo ormai multipolare.
Il carro assai arrugginito di Nato e Ue percorre strade ormai obsolete e in stato di abbandono che conducono alla marginalità economico-industriale e politica; è l’ora di una svolta epocale, anche nel rispetto di chi ci ha creduto davvero versando il proprio sangue.