Diego Fusaro
Come prevedibile, è partita la macchina ideologica e propagandistica della colpevolizzazione integrale del maschio in quanto tale.
Ovviamente in relazione all’orrendo e imperdonabile delitto di Giulia Cecchettin.
Ad esempio, il cantante Piero Pelù, che in effetti sarebbe meglio se continuasse soltanto a cantare, sulla propria pagina Facebook ha scritto letteralmente di vergognarsi di essere uomo e, in relazione agli uomini, che sono tutti da rifare.
In maniera analoga, il cantante Renga ha scritto, sempre sulla propria pagina Facebook, che chiede scusa a Giulia.
Siamo a livelli comici di subalternità.
Per definizione, la colpa in senso sia giuridico sia morale è sempre legata all’individuo, e non può essere attribuita a gruppi particolari, etnici, sociali o quant’altro. E invece ora la macchina ideologica, complici anche le prestazioni dei cantanti più di moda, cerca di far passare lo squallido messaggio secondo cui l’intero genere maschile sarebbe colpevole per l’osceno omicidio di Giulia.
Ideologia allo stato puro, coerente con il nuovo ordine della globalizzazione neoliberale, che vorrebbe creare conflitti orizzontali tra maschi e femmine, spezzando la solidarietà di genere e disgregando come sempre il vero conflitto, quello verticale tra gli sfruttati e gli sfruttatori.
Nulla di nuovo, come sempre.
Il capitalismo riesce a vincere nella misura in cui ci fa scambiare per amici i nemici e per nemici agli amici. Complici anche, naturalmente, le prestazioni dei cantanti, che come dicevo farebbero un buon servizio alla comunità se si limitassero a cantare.
(Fonte: https://t.me/ancoraitaliapartito)