“Tra il grigio delle pecore si celano i lupi, vale a dire quegli esseri che non hanno dimenticato che cos’è la libertà. E non soltanto quei lupi sono forti in se stessi, c’è anche il rischio che, un brutto giorno, essi trasmettano le loro qualità alla massa e che il gregge si trasformi in branco. È questo l’ incubo dei potenti.”
Ernst Jünger, “Trattato del ribelle”
Ernst Jünger, nel suo “Trattato del Ribelle” ci offre una visione profonda della natura del ribelle e del suo ruolo nella società.
Il ribelle, come il lupo tra le pecore, è colui che non ha dimenticato la libertà.
Non solo è forte in sé stesso, ma c’è anche il rischio che un giorno possa trasmettere le sue qualità alla massa, trasformando il gregge in branco.
Questo è l’incubo dei potenti.
Il ribelle è colui che si oppone all’ordine stabilito, che sfida le convenzioni e le aspettative. Non è necessariamente un agitatore o un rivoluzionario, ma piuttosto un individuo che vive secondo i propri principi, indipendentemente da ciò che la società possa richiedere.
La ribellione, tuttavia, non è un atto di pura distruzione.
È anche un atto di creazione.
Il ribelle crea un nuovo ordine, una nuova visione del mondo.
Questo è ciò che rende la ribellione così potente e così pericolosa per coloro che detengono il potere.
Ma la ribellione ha anche un costo.
Il ribelle è spesso isolato, incompreso, perseguitato. Deve essere disposto a sopportare queste difficoltà per la libertà che cerca.
Eppure, nonostante tutto, il ribelle persiste. Perché sa che la libertà, una volta conquistata, è un bene inestimabile.