L'Italia Mensile

Donne, bambini, giornalisti: è questa la guerra di Israele

di Ramona Castellino

Il Nord fi Gaza sta vivendo forse il periodo più difficile e buio dall’inizio dell’aggressione sionista dello sorso anno.
Si è assistito ad una escalation dell’attacco genocida, con le forze aeree israeliane che ieri sera hanno bombardato pesantemente un quartiere del capo profughi di Jabaliya. Almeno dieci case sono andate distrutte, il numero di civili coinvolti impressionante, si parla di 150 tra morti e feriti, tra questi donne e bambini.

Le squadre di soccorso hanno trovato moltissime difficoltà per raggiungere e trasportare i feriti, soprattutto per i continui attacchi delle forze di occupazione, che non si limitano ad ammazzare, ma impediscono anche che chi è rimasto ferito possa essere soccorso.

Per capire la portata di quello che il regime feroce di Sion ha compiuto fino ad ora sta nei numeri di questo disastro umanitario: 42.847 vittimi, di cui la maggior parte bambini innocenti più un numero non quantificabile di morti rimasti in strada, o sotto le macerie e oltre 100.544 feriti.
Solamente negli ultimi 19 giorni, con l’attuazione del Piano Generali, sono 770 le vittime civili nel nord di Gaza.

Anche nel Libano la situazione sta precipitando, con morti e distruzione, con attacchi israeliani in tutto il paese, che oltre ai morti tra i civili e gli sfollati, sono stati presi di mira anche i giornalisti.
Nelle ultime ore ne sono morti 3 presi di mira intenzionalmente da Israele. E’ accaduto a Hesbaya, nell’est del Libano, vicino al confine con la Siria. Colpiti nel sonno, dopo un monitoraggio e un tracciamento, quindi con premeditazione e pianificazione.
Mikati, primo ministro libanese parla della volontà di terrorizzare i media per coprire crimini e distruzioni.

Israele è fuori controllo, colpendo tutto e tutti coloro che si frappongono sul suo cammino, commettendo atrocità e brutalità che vanno oltre l’umano, sotto gli occhi di un Occidente incapace di fermarlo, se non con timidi accenni.
Sta massacrando popoli, distruggendo terre, siti archeologici, moschee. Ha attaccato basi Unifil, Croce Rossa Italiana, uccide giornalisti.
Il suo strapotere si impone sui nostri politici di cartone, che ancora blaterano di “diritto a difendersi” o di colloqui privati con ambasciatori vari e viaggi inutili.

Nonostante l’orrore però ci sono ancora popoli che non si arrendono.
Sono quelli colpiti dalla furia di Israele, sono i palestinesi, i siriani, i libanesi, gli yemeniti.
Popoli che sono nati e cresciuti sotto le bombe ma non si sono mai piegati allo strapotere israeliano e ancora oggi, nonostante i raid, i morti, i martiri continuano a resistere e a lottare.
E sono un esempio per tutti gli uomini liberi.

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