Nuovi, dolorosi sviluppi riguardo il caso del detenuto siciliano Francesco Di Dio emergono, in questa nuova, intensa testimonianza della zia, Maria Rosa di Dio: il caso, infatti, è stato archiviato, in modo oggettivamente irregolare, in quanto non è stata data notifica al corretto indirizzo cui doveva giungere… ciò, nonostante si trattasse di posta certificata, per cui subito dovevano giungere notifiche di accettazione e conferma in caso di indirizzo valido. Inoltre, è mancata, senza chiare spiegazioni, l’assistenza dell’avvocato Daniel Monni, il cui operato viene qui valutato in quanto insufficiente, anche per la mancata comunicazione del nome del magistrato cui fosse stato assegnato il caso (di nuovo Barilli, ma stranamente veniva del legale definito continuamente “Barillari”) e per indirizzi più volte sbagliati cui aveva inviato comunicazioni: ciò, quindi, emerge dal racconto di Maria Rosa Di Dio; naturalmente, all’avvocato Monni viene garantito diritto di replica, nel caso eventuale ritenesse, per un chiarimento che è auspicabile da tutte le parti. Tuttavia, finora l’accorata volontà di chiarimenti di Maria Rosa Di Dio si è trovata a confronto con totali evitamenti di possibilità di avere spiegazioni, compresi il caso della direzione del carcere di Opera, dove Francesco è morto, che non ha risposto alle affermazioni di scorrettezza riguardo la distruzione della video-sorveglianza del carcere, mentre le zie hanno seguito le vie della legge, ricercando aiuto nel rispetto dello Stato di Diritto. Molte sono state le circostanze delle quali è stato vittima Francesco: ad iniziare dal carcere ostativo, definito incostituzionale dalle più alti Corti d’Italia e d’Europa, nel caso in cui rappresenti preclusione assoluta all’accesso ai benefici, alle attenuazioni della pena, in caso di non collaborazione con la giustizia; anche figure illuminate di religiosi, ad esempio lo stesso Papa Francesco, Il Vescovo Emerito di Caserta, Raffaele Nogaro, Padre Maurizio Patriciello, del Parco Verde, di Caivano, ed altri, infatti, hanno condannato il togliere ogni speranza ai detenuti, ad esempio con l’ostatività assoluta, che riguardava anche Francesco Di Dio, ed hanno sempre chiesto il rispetto dei diritti dei detenuti, in primis quello alle cure, soprattutto specialistiche ed esterne al carcere. Inoltre, a Francesco non sono state assicurate cure adeguate, secondo la dottoressa Catalano, medico indipendente dell’Ospedale Sacco di Milano, che chiedeva cure esterne per Francesco, negate dalla direzione del carcere di Opera, a differenza che in altri casi, in cui sono sopraggiunti invece gli arresti ospedalieri. Inoltre, Maria Di Dio chiarisce quanto la relazione del medico Muccino, utilizzata per archiviare il caso, non analizzi segni di possibile morte violenta descritti dal medico Rizzini, motivo per cui è disposta a che a chiedere la riesumazione delle spoglie di Francesco. Questi ed altri fondamentali motivi portano così le zie di Francesco, Maria Rosa e Concetta Di Dio, ad affermare la necessità di riapertura del caso, nei confronti di coloro che possono avere determinato la morte dell’amatissimo nipote.
Ricciardi: “Puoi spiegare quali siano gli sviluppi del caso di tuo nipote Francesco? So che voi zie siete intenzionate a fare riaprire il caso, dopo che è stato archiviato, ed in modo anomalo lo avete saputo dopo circa un anno. Quali i motivi dell’archiviazione resa nota in ritardo, e perché pensate che il caso debba essere riaperto?”
Di Dio: “Nel caso di mio nipote Francesco, purtroppo non ci sono sviluppi, in quanto l’avv. Daniel Monni si è presentato come un eroe che avrebbe risolto il caso, invece si è rivelato un bugiardo patologico, una persona che ha avuto intenzione solo di farci perdere tempo, insomma non è un professionista serio e affidabile.
Noi, zie o meglio mamme di Franco perchémamma è chi, ama, protegge e si prende cura del figlio e noi l’abbiamo fatto quando Franco era su questa terra e lo continuiamo a fare adesso che è in un’altra dimensione. A noi hanno ucciso un figlio e vogliamo che si faccia chiarezza sulla sua morte, almeno questo lo Stato di diritto lo deve a Franco e a noi.
Noi, abbiamo presentato opposizione all’archiviazione nel giugno 2021 e abbiamo saputo in maniera anomala che era stata archiviata a gennaio 2023, dopo un anno e mezzo. In questo lasso di tempo telefonavo ogni tanto all’avv. Monni per avere notizie, i primi sei mesi mi sono sembrati normali ma poi man mano che passava il tempo, la stranezza diventava più evidente. Quando chiamavo l’avv. Monni gli dicevo: ma puòessere che hanno archiviato il caso? Lui mi rispondeva: NO! Ma se il dubbio veniva a me che non sono avvocato, a lui a maggior ragione doveva venire il dubbio che c’era qualcosa che non era andato per il verso giusto; ma l’avv. Monni, mi tranquillizzava. A gennaio 2023 l’avv. Monni ci comunica che l’aveva chiamato la Procura di Milano e l’avevano invitato ad andare in Procura, ci chiese di andare con lui, abbiamo chiesto il motivo e lui non lo sapeva quello che gli dovevano comunicare. Ci disse forse, si aprirà l’incidente probatorio con l’infermiere del carcere. Andammo in Tribunale a Milano e da un funzionario del Tribunale abbiamo saputo che il caso era stato archiviato, dicembre 2021, un anno e mezzo prima e che non l’avevano potuto notificare perché invece del nome dell’avv. Monni avevano scritto Molli. Anche questa storia del nome sbagliato dell’avv. mi sembra strano. Nell’era digitale, non si comunica tramite PEC o mail? E poi l’avv. Monni avrà depositato la nomina in Tribunale e li ci sarà il suo nome corretto? Però, di preciso non lo so.
In ogni caso l’avv. Monni doveva vigilare nell’arco di un anno e mezzo, questo significa che non ha mai fatto una telefonata in Tribunale per informarsi.
Ci ha fatto perdere tre anni preziosi di tempo, che come si sa alcuni reati dopo cinque anni cadono in prescrizioni. Abbiamo avuto da fare con una persona che faceva l’interesse dell’altra parte? Mi ha detto che aveva convocato l’infermiere del carcere come persona informata dai fatti perché èl’unico che non ha deposto tra tutto il personale del carcere di Opera durante le indagini preliminari e fino adesso… La prima volta presso il suo Studio e la seconda volta presso il Tribunale e tutte e due le volte non si è presentato, ha aggiunto che la terza volta l’avrebbe fatto prelevare dalle forze dell’ordine, ma di tutto questo lavoro non c’è traccia. Quando non nepotevo più del suo comportamento ho chiesto le tracce di questo lavoro ad oggi non mi ha dato nulla ed io per questo motivo credo che lui non abbia fatto nulla di quello che diceva.
Prima di esplicitare perché il caso di Franco è stato archiviato, desidero precisare e sottolineare degli elementi molto importanti che sono stati omessi dal medico legale nominato dal tribunale di Milano, il Dott. Enrico Angelo Muccino. E’ doveroso da parte del medico legale descrivere minuziosamente come ha trovato il corpo su cui deve operare.
Il medico legale Enrico Angelo Muccino durante l’ esame autoptico descrive solo le macchie ipostatiche della schiena e quelle sotto le ascelle e che scendono lungo il tronco del corpo e ha omesso di descrivere che aveva il petto, il collo e il viso cianotico, L’ anello ipostatico dietro al collo, macchie ipostatiche “a calzino” (piedi) e a “guanto” (mani) che si formano per effetto della forza di gravità dell’ impiccamento, è questa è una prova che è stato impiccato… Altrimenti queste macchie non si sarebbero formate . Mi faccio una domanda perché il dottor Muccino ha omesso elementi così importanti? Pensava che avevamo le foto bianche-nero?
Perciò, non avendo fatto un esame autoptico esaustivo, non è valido quello fatto da lui. Per me le indagini e l’esame autoptico dovrebbe riprendere dal momento che Franco è andato via dentro il carcere di Opera. Ovviamente con personaggi tutti nuovi, anche l’avvocato difensore.Il nostro medico legale mette in evidenza le macchie ipostatiche che il dottor Muccino aveva omesso e Il medico legale Muccino non nega che Franco aveva anche queste altre macchie però risponde che non è morto per morte asfittica perché avrebbe dovuto avere delle escoriazioni intorno alla bocca e al naso, ma è risaputo che la morte asfittica a volte quell’ ecchimosi non ci sono se la persona è stata soffocato da cuscino o da sacchetto di plastica. Dietro al collo ha la formazione dell’anello ipostatico, il medico legale nominato dal Tribunale spiega che si è formato per il colletto della maglietta che indossava Franco, però la maglietta che indossava Franco il giorno che è morto non aveva colletto!! Quindi come si è formato questo anello ipostatico? Non si possono accettare alcune spiegazioni del dottor Muccino, È una vergogna all’italiana. E ancora dovrebbe essere aperto il caso per la distruzione della videosorveglianza , per aver trovato dentro lo stomaco di Franco ben diciotto psicofarmaci in più, la spiegazione che danno é che, forse, un infermiere sbadato ha sbagliato a dare i farmaci, non si può accettare questa spiegazione, secondo me questo cocktail di psicofarmaci sono stati dati poco prima che Franco morisse perché non erano in circolo nel sangue ma ancora nello stomaco e non è la causa di morte, la chiavetta USB trovato addosso di Franco però non era più utilizzata dal 2018, Franco è morto nel 2020. Se una persona èin possesso di una memoria esterna viene utilizzata soprattutto da chi non ha accesso ad Internet, verosimilmente la chiavetta è stata sequestrata dalla polizia penitenziaria e messa adesso a Franco il giorno che è morto. Lovolevano fare passare chissà per quale ragazzo sbandato, invece tutte le cose che hanno fatto contro di lui, hanno avuto un effetto boomerang, non sono altro che “prove” contro la polizia penitenziaria. Spero tanto che il Tribunale riapra il caso e si riprende dall’inizio, dal giorno che è morto Franco 03/06/2020”
Ricciardi: “A indagare sul caso era tornato Barilli, che pure aveva chiesto archiviazione a suo tempo, e nonostante il caso fosse stato inizialmente affidato ad altro magistrato: puoi chiarire di più questa situazione?”
Di Dio: “Io ho saputo tramite l’avv. Monni che il caso di Francesco dopo che il P.M. Barilli aveva chiesto l’archiviazione, era stata affidato al magistrato Romanelli e anche sui documenti ho trovato il nome del magistrato Romanelli.
Poi, tutte le altre volte che chiedevo mi diceva che l’aveva un altro P.M. di nome Barillari non me l’ha detto una volta ma tutte le volte che si parlava del PM che stava lavorando sul caso di Franco mi diceva Barillari. Ho saputo che non esisteva nessun PM Barillari, a gennaio 2023 quando sono andata in Tribunale a Milano. Quando eravamo in Tribunale a Milano, avevo visto entrare ed uscire in maniera veloce in una stanza l’avv. Monni, poi mi disse che stava andando da Barillari e di aspettare. Dopo un po’ che Monni non arrivava, sono entrata nella stanza dove era entrato prima l’avv. Monni. Ho chiesto del P.M. Barillari: lì in quella stanza mi dissero che non esisteva nessun magistrato Barillari semmai Barilli. Lì ho saputo il vero nome del magistrato che stava trattando il caso di mio nipote Franco, era Barilli e non Barillari e quindi era ritornato al primo magistrato ché aveva condotto le indagini preliminari. Mi sono messa a piangere, ho capito che Monni ci aveva preso in giro e ci ho visto della malizia. Perché tutta questa confusione? Che è non chiarezza!! Non lo so perché il caso di mio nipote è finito di nuovo al magistrato Barilli”.
Ricciardi: “In futuro vi rivolgerete ad un legale diverso dall’avvocato in Monni, che in passato aveva seguito il caso: puoi esporre su quali questioni ritieni che Monni non abbia chiarito nel modo che chiedevate, a proposito della sua azione?”
Di Dio: Ovvio, che ci rivolgeremo ad un avvocato diverso dall’avv. Monni. Spero di trovare un avvocato che abbia il coraggio e l’onestà di difendere lo Stato di diritto di una persona che molto probabilmente è stata uccisa dento il carcere italiano, senza voglia di insabbiare ma di cercare la verità. Perché il comportamento dell’avv. Monni non ha fatto altro che rafforzare la tesi che Franco sia stato ucciso, Tesi che sosteneva principalmente lui, quando abbiamo presentato la denuncia e poi si è perso strada facendo, non so perché è cambiato, ho fatto tante ipotesi, pressioni per non continuare? O di farci perdere tempo? E siccome non c’è riuscito perché l’ho sgamato, poi comincio a non rispondere più a telefono. C’é un altro fatto che mi ha fatto schifare di quanta bassezza umana può avere l’animo umano di fronte al dolore della perdita di una persona cara e soprattutto per Franco, sulla brutta morte che gli hanno fatto fare. Il medico legale ci chiese che voleva la registrazione del 118 , cioè di quando il carcere di Opera chiamò i soccorsi e quello che si dissero, ebbene l’avv. Monni manda una pec all’ospedale, intanto passavano i mesi ed io gli chiedevo ogni tanto se aveva avuto risposta, mi rispondeva sempre: NO! Che non aveva avuto risposta. Mi sentivo presa in giro e non avevo più fiducia.
Un giorno decisi invece di non telefonare a lui e di telefonare al 118, feci la mia richiesta e il 118 Regione Siciliana mi rispose che lavoravano per territorio, mi diedero il numero per chiamare la Lombardia e mi dissero di fare una mail, mi risposero dopo una settimana e mi dissero che la richiesta la doveva fare l’avv. Io, non credevo quello che succedeva, cioè a me hanno risposto dopo una settimana e l’avv. Monni aveva mandata una mail ad un indirizzo sbagliato e ci ha fatto aspettare mesi e mesi senza avere risposta. Allora, ho spiegato a Monni che la mail la doveva mandare al 118, lui diceva di sì! Ma a fatti non lo faceva. Allora ho chiesto aiuto ate, Antonella Ricciardi, per telefonare a Monni perchiarire la situazione: inizialmente lui ti disse che voleva mandare la mail al 118, ma non lo fece: non dette le prove di averlo fatto e con me scomparve: Monni non volle chiarire anzi da quel momento non rispose più a telefono”.
Ricciardi: Nonostante tante avversità, c’è anche chi non si è tirato indietro di fronte alla vicenda di Francesco; ultimamente, gli è stata dedicata una struggente, incisiva canzone da parte del cantautore Marco Chiavistrelli: puoi dirci quali siano gli aspetti, i significati più importanti, di questa ballata?”
Di Dio: “L’autore Marco Chiavistrelli è venuto a conoscenza della storia di Franco tramite gli articoli tuoi (Antonella Ricciardi) e di William Frediani, hanno toccato la sua anima sensibile. Marco Chiavistrelli mi ha detto che la canzone l’ha scritta di getto e che la storia gli aveva toccato il cuore. Perciò la canzone è nata da un sentimento di umanità che Marco Chiavistrelli ha avuto nei confronti di Franco. A me ha fatto molto piacere perché la storia di Franco umanamente ha dellìincredibile. La storia di Franco è veramente emblematica un ragazzino disagiato che ha sbagliato ma ha pagato con 30 anni di galera e cui IL DIRETTORE DEL CARCERE Silvio Di GREGORIO NON HA VOLUTO DARE PERMESSO ospedaliero A MARZO 2020…
Però in quel periodo fece uscire tanti boss e a Franco, No!! FORSE, SE FOSSE STATO UN BOSS L’AVREBBE FATTO USCIRE? Di tutti i boss che ha fatto uscire nessuno è morto, Franco, sì!”
Ricciardi: “Ci sono altre iniziative che pensi sia opportuno mettere in atto, per chiarire la vicenda della morte di tuo nipote in carcere? In che direzione indagare? Ricordo che Francesco non doveva stare in carcere, secondo l’accurato responso della dottoressa Catalano, medico al di sopra delle parti dell’Ospedale Sacco, e non escludi possa essere accaduto anche altro…”
Di Dio: “Sin da subito sulla morte di Franco non c’è stata chiarezza, metti la distribuzione della videosorveglianza che poteva chiarire subito tutto. La sua distribuzione porta a pensare che il carcere di Opera aveva da nascondere. Poi le indagini preliminari sono state fatte in maniera sciatta e autoreferenziali, considera che il medico legale non è arrivato nel luogo di morte, non sappiamo Franco com’è è stato trovato, poteva avere del materiale in bocca e noi non sappiamo e non si è potuto stabilire l’ora della morte. Il medico sul luogo poteva vedere lo stato dei luoghi, io ad esempio guardando le foto mi sembra un luogo di colluttazione c’è una bottiglia che rotola a terra, un paio di occhiali a terra che non sono di Franco. Ci sono delle cose che hanno trascurato durante le indagini che andrebbero fatte: l’analisi dei vestiti e fare i raggi nel collo di Franco per vedere se ha l’osso ioide rotto. Dal 2020, l’anno che è morto Franco che dobbiamo sentire l’infermiere, è l’unica persona che non ha deposto nel fascicolo del P.M Barilli: a me sembra una grande carenza.
Non penso nella maniera più assoluta che Franco sia morto naturalmente, anche i medici del carcere 15 GG prima avevano descritte le condizioni di salute di Franco discrete negando gli arresti domiciliari. A casa mia aveva telefonato un giorno prima e stava bene, lo avevo sentito un po’ preoccupato.
Con il senno del poi nelle ultime telefonate diceva cose che mi fanno raggelare il sangue quando ci penso. Ad esempio zia appenditi una mia fotografia, quando ci penso mi do la colpa di essere stata troppo ingenua non ho capito il messaggio che mi voleva dire: era a rischio la sua vita.
La Dottoressa Catalano anni prima mi disse che la malattia di Franco era cronica ma remissiva se curata bene, ma il direttore del carcere Silvio Di Gregorio non gli ha permesso di vivere in ospedale. Ovviamente l’hanno fatto soffrire tanto perché non sapevano gestire il dolore, il carcere è un luogo di sofferenza ma se una persona ci deve vivere con il dolore diventa tortura”.
Introduzione e quesisti di Antonella Ricciardi, intervista del settembre 2023