È intervenuta in questi giorni sulla vicenda tormentata di Israele e delle sue politiche imperialistiche contro il popolo di Gaza anche la senatrice Liliana Segre.
Lo ha fatto, va detto, non nel migliore dei modi, dicendo testualmente che chi parla di genocidio in relazione alle politiche di Israele sta bestemmiando.
Non ci stupiremmo davvero se, a questo punto, proponessero direttamente di assegnare a Israele il premio Nobel per la pace o qualche altro riconoscimento per la tutela dei diritti umani, dato il grado di ideologia e di propaganda che caratterizza la narrazione liberal-atlantista: narrazione della quale, purtroppo, anche la rispettabile Liliana Segre è megafono.
La dolorosa vicenda biografica di Liliana Segre, per la quale proviamo il massimo rispetto, dovrebbe ragionevolmente condurla a condannare incondizionatamente le politiche imperialistiche e genocidarie (ho appena bestemmiato?) che Israele sta conducendo contro il popolo di Gaza.
Dovrebbe anzi condurre tutti noi a farlo, dacché, come ricordava il filosofo Adorno, il vero compito della memoria storica sta nel fare sì che le tragedie del passato non tornino a ripetersi. “Che Auschwitz non si ripeta mai più!”: era questo il monito proposto con sacrosante ragioni da Adorno.
Cosa accade, però, quando la memoria storica, anziché impedire il ritorno degli orrori, porta a giustificarli, come purtroppo sta da troppo tempo accadendo in occidente?
Così scriveva Italo Calvino in una famosa lettera del 10 ottobre del 1968: “in noi europei il dramma dei palestinesi perseguitati ha una speciale risonanza perché i loro attuali persecutori hanno sofferto – in loro o nelle loro famiglie – persecuzioni tra le più atroci e inumane sotto il nazismo e anche molto prima, per secoli e secoli”.
Non lo si sarebbe potuto dire meglio.
A che serve ricordare gli orrori del passato se poi si giustificano quelli del presente o, più semplicemente, non li si condanna in maniera adeguata?
Come non vedere che a Gaza sta avvenendo un massacro senza precedenti, giustificato ipocritamente con i teoremi del diritto di Israele di difendersi e della lotta di Israele contro il terrorismo?
Come non vedere che a pagarne le conseguenze sono i civili, donne, bambini e anziani?