Carla Peroni
La storia dell’Italia ci racconta di un Paese che, per diventare unito e liberarsi dal giogo straniero, è dovuto passare attraverso moti e insurrezioni.
Ci racconta di un Popolo che ha lottato per ottenere il riconoscimento dei propri diritti.
Se oggi ci guardiamo attorno, cosa vediamo?
Cosa è rimasto di quello spirito rivoluzionario che animava i nostri nonni e padri?
I figli degli anni 70 e 80 sono stati l’ultima generazione che è cresciuta con esempi di lotta in casa, i nostri genitori avevano fatto gli anni ’70, scioperavano tra gli applausi di tutti, i cosiddetti krumiri erano pochi e odiati.
Se oggi però si è perso questo spirito guerriero è proprio perché noi nati tra gli anni 70 e 80, coloro a cui tutto era stato donato, non siamo stati in grado di tramandare quello spirito.
Mio padre mi diceva, un po’ profetico, “noi abbiamo lottato per voi, come i nostri genitori hanno fatto a loro volta per noi. Voi invece dovrete lottare per voi stessi, per non perdere ciò che vi abbiamo dato”.
Aveva visto giusto, quello che non aveva previsto però è che proprio la lotta di classe, che aveva fatto sì che un operaio potesse avere le stesse opportunità di un borghese, in realtà aveva semplicemente imborghesito proprio la classe operaia: la possibilità di mandare i propri figli nelle stesse scuole dei figli dei ricchi, ha totalmente annientato la ribellione.
Oggi però siamo al punto di non ritorno.
Oggi o scendiamo in strada a riprenderci tutto o avremo perso l’ultima opportunità di rinascere come popolo fiero!
Se Parigi chiama alla lotta, Roma deve rispondere con la stessa forza e lo stesso odio, colpo su colpo!
Oggi è adesso, oggi è domani, oggi è sempre!
Oggi è Rivoluzione!