L'Italia Mensile

Di chi è la colpa?

Biagio Passaro

Una volta erano i cantanti Rock, poi è toccato ai film violenti e infine ai Videogiochi.

In seguito ai terribili episodi di stupro recenti verificatisi a Palermo e Caivano, che condanno fermamente, la società civile e politica sembra d’accordo nell’aver individuato un nuovo e unico responsabile comune della violenza giovanile: il porno online.

Partita da una proposta della Ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, ovvero di vietare ai più giovani l’accesso ai contenuti xxx, si è dunque deciso che il vero e unico responsabile di questi fatti non sia la famiglia, la scuola o il tessuto sociale in cui i ragazzi crescono, no, ma solo e unicamente il mondo dell’hard.

Intendiamoci, sono favorevole a vietare ai minori l’accesso al porno, perchè sicuramente a 14 anni non si hanno ancora gli strumenti necessari per capire la differenza tra finto e vero, sesso e amore, consensualità e violenza.

Tuttavia i ragazzi non sono tutti stupratori nonostante abbiano accesso ai medesimi contenuti di chi compie tali nefandezze.

Dov’è allora il problema?

Da un lato, vi è chi addossa la colpa ai social media e alla vastità di contenuti presenti in Rete, affermando che immagini esplicite stanno diffondendosi senza adeguati filtri e che ciò sta influenzando la percezione distorta della sessualità e promuovendo atteggiamenti malsani nei confronti del genere opposto.

D’altro canto, vi sono coloro che non si accontentano di spiegazioni superficiali e cercano di indagare più a fondo, alla ricerca delle vere cause che spingono gli adolescenti e persino i ragazzi molto giovani, non solo a concepire l’idea di poter trattare le donne come oggetti, ma anche a mettere in pratica tali comportamenti.

Intanto però si sarebbe potuto sfruttare tutto questo tam-tam anche per dare una mano ai genitori, molti dei quali evidentemente ignari delle diverse e valide possibilità esistenti per inibire ai più giovani l’accesso di contenuti per adulti.

Pertanto bisogna partire dall’educazione sessuale e dal controllo da parte dei genitori a contenuti web con software adatti di parental control, poi ricordiamoci il rispetto che deve essere il dogma verso il genere femminile.

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