Nessuno li vede, nessuno li ascolta, ma la protesta degli allevatori laziali potrebbe presto diventare nazionale e arrivare sulle tavole degli italiani.
Da giorni sono barricati davanti la sede della Latte Sano, la grande azienda produttrice e venditrice di latte e suoi derivati
La denuncia è sempre la stessa e riguarda il prezzo di acquisto della materia prima, considerato dai produttori insufficiente perfino per coprire i costi.
“Produrre un litro di latte costa 65 centesimi mentre ci vogliono pagare appena 57 centesimi, oltre 8 sotto il margine di guadagno e di sopravvivenza. A queste condizioni ci stanno chiedendo di morire e bisogna anche considerare le conseguenze: significa chiudere le nostre aziende, abbattere i nostri animali, abbandono dei territori ed anche acquisto di latte dall’estero”.
Questo l’urlo di rabbia degli allevatori in lotta.
In pratica un litro di latte, pagato dal cittadino al balcone 2 euro, viene riconosciuto a chi lo produce circa un quarto.
Siamo alla follia.
Dopo le “quote latte”, la tirannia di Bruxelles e la mafia di Coldiretti, questa è la mazzata finale che mette in ginocchio gli allevatori italiani.
Siamo pronti a sostenere la lotta dei laziali e trasformare la lotta degli allevatori in una mobilitazione nazionale e generale che liberi il mondo della terra dell’usura dell’Unione europea e restituisca dignità a contadini, agricoltori e allevatori, cuore e anima dell’Italia!