DALLA REGIONE LEGHISTA UN ESPERIMENTO DI SOCIETÀ CINESE ED ORWELLIANA
IL FRIULI VENEZIA GIULIA INSTALLA TREMILA TELECAMERE PER LA SORVEGLIANZA DI MASSA
di Ramona Castellino
Eccoci qui, sembrava lontano, una fantasia da “complottisti” ed invece è realtà e proprio a casa nostra, nel totale silenzio degli ormai complici giornalisti giornalai, braccio armato della politica globalista.
Pierpaolo Roberti, Assessore alle Autonomie Locali e Sicurezza, lo ha ben spiegato durante un seminario ad Udine, dove ha riunito tutti i rappresentanti dei corpi della Polizia Locale.
Si tratta di una rete di videosorveglianza interconnessa ad un’unica centrale operativa.
Ci spiega L’Assessore della giunta leghista (quando si parla di tirannia del controllo destra e sinistra sono uguali) che il prgetto prevede l’interconnessione di tutte le sale operative di polizia locale e delle forze dell’ordine, le quali fanno confluire tutte le informazioni utili a monitorare il territorio in caso di
emergenza alla sala operative della Protezione Civile.
Il fine ultimo, secondo Roberti, è quello di poter far affidamento su un’unica sala capace di “monitorare” tutto il territorio e dove le forze dell’ordine potranno attingere in totale autonomia dei dati necessari allo svolgimento di “eventuali indagini”, senza che ogni singolo Comune debba essere interpellato, né metta a disposizione il proprio personale o la propria postazione.
Insomma un grande occhio, che guarda e controlla ogni singolo spostamento di ogni singolo cittadino, in barba a qualsiasi norma sulla privacy o sulla libertà individuale.
Un altro dato raccapricciante in questo scenario orwelliano, è quello che già l’80% dei comuni italiani, ha già fornito i dati necessari a ricostruire la mappatura di tutte le telecamere collegate sul territorio regionale.
E ormai avvezzi ai ricatti, chi non si adeguerà entro il 15 ottobre verrà vedersi revocati i contributi ottenuti per il progetto di videosorveglianza.
La giunta Fedriga, il quale ricordiamo essere uno degli esponenti leghisti più vicini a Draghi (e Salvini), ha sposato totalmente l’ideologia del controllo capillare di massa, di stampo cinese, che fino a due anni fa, in periodo pre-pandemia, sarebbe risultato impensabile e avrebbe fatto inorridire più di qualche nostro politico prezzolato.
Continua così il grande progetto di controllo, di repressione, di sottomissione dell’individuo da parte di uno Stato che sta negando al suo suddito (chiamandolo cittadino sarebbe oggi un’offesa per chi per il diritto alla cittadinanza ha lottato) persino la libertà di girare per le sue strade, per la sua città, in nome di una sicurezza che garantisce solamente il pieno controllo dalla parte del regime stesso e non la sicurezza del popolo.
E’ invece l’ennesimo affronto a tutte quelle persone libere e che tali vogliono rimanere.