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Dal Green Pass Allo Smart Citizen Wallet: Quando Abituarsi Alla Frusta Vi Rende Schiavi

DAL GREEN PASS ALLO SMART CITIZEN WALLET: QUANDO ABITUARSI ALLA FRUSTA VI RENDE SCHIAVI

Diego Romaniello, Movimento SiAmoAttivista di Verona per la Libertà

Arriva, in via sperimentale promossa dalle amministrazioni comunali di Bologna e di Roma, lo “Smart Citizen wallet” che tradotto significa letteralmente “borsellino elettronico del cittadino”.

Questo sistema prevede una sorta di tessera a punti per ottenere pregi e servizi aggiuntivi offerti dall’amministrazione comunale e dai suoi partners, e già partendo da questo concetto viene evidentemente meno il ruolo della buona amministrazione della cosa pubblica la quale dovrebbe operare scevra da distinzioni di cittadini di serie A e di serie B, proprio per la sua natura di “pubblica”.

Questo sistema basato su un concetto di premialità subordinata all’ubbidienza altro non è che il preludio di un credito sociale in pieno stile cinese!

Già mi immagino chi si dimenticherà o ritarderà nel pagare il bollo auto al momento della scadenza, preferendo pagare le bollette in quanto fa fatica ad arrivare a fine mese e, invece di poterne rimandare il pagamento semplicemente affrontando una mora di entità accessibile cumulabile nel tempo, si ritroverà preclusi altri servizi pubblici, magari essenziali, per i quali in realtà aveva già pagato profumatamente grazie a una pressione fiscale che in Italia si aggira intorno al 70%.

Inoltre, questo metodo basato sulla premialità subordinata alla virtuosità, crea una serie di dinamiche affinché venga sdoganato il credito sociale in stile cinese, volto alla continua divisione in caste e sottocaste e propedeutico al controllo sempre più stringente sulle scelte di vita di ogni singolo cittadino, trattandoci tutti alla stregua di sudditi con al collo un guinzaglio a strozzo. 

“Non è necessario che tu sia un delinquente” si dirà poi “ma basta tu non sia un cittadino modello e ubbidiente in tutto e sarai quindi emarginato”; in pratica il greenpass è stato solo l’antipasto di una deriva sociale molto più discriminante che i governanti mirano ad attuare rendendola perpetua.

Ecco perché questo esperimento sociale che inizierà a settembre nei comuni capofila, ovvero Bologna e Roma, deve essere assolutamente fermato sul nascere divulgando consapevolezza tra i cittadini di queste due grandi città (magari con manifestazioni di entità nazionale in loco), affinché non aderiscano facendo fallire questo progetto violentatore della libertà personale e della dignità di ogni cittadino, esattamente come orgogliosamente noi italiani facemmo fallire mesi fa la famigerata App Immuni non scaricandola perché lesiva delle basi della privacy.

Ogni nostra azione porta a conseguenze; la legge di mercato siamo ognuno di noi con le nostre scelte; la comodità è la valuta con cui svendiamo la libertà e la nostra dignità ed è per questo che i diritti, così come i servizi pubblici, non si elemosinano ma si esercitano e si pretendono in quanto dovuti a priori.

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