di Darya Dugina, 29/09/ 2015
Mentre in Francia è in viaggio sul treno da Parigi verso Angers.
In Uncraina, l’anno precedente, è stato portato a compimento il colpo di Stato atlantista-Nato, premessa alla guerra tra due mondi, tra due diverse potenze, tra due diverse concezioni del mondo.
Darya, poco più che ventenne, percepisce che la Grande Battaglia sta entrando nel vivo e che lei, in quanto russa, è chiamata al fronte.
E annota queste righe… Una precognizione…
«Farò molto in questa guerra. Avrò un ruolo importante nella nostra lotta. Morirò al fronte, diventando un’eroina nazionale. Ho fatto la mia scelta esistenziale. – No (…) al mondo moderno!
(…) [camminando per le strade di Parigi n.d.r] Ho sentito dentro di me delle sorgenti di cristallo. La sensazione di massima purezza interiore. La contemporaneità francese è una costrizione. L’eterno circolo vizioso della celebrazione che uccide. La società dei consumi dove il piacere è mercificato.
(…) La forza mi veniva prosciugata, pneuma nero, pneuma nero! L’argine rotolò sulle acque con umiltà. Il popolo era dimenticato da Dio. Parigi è morta. L’avete uccisa voi e io [parafrasi di Nietzsche “Dio è morto. L’avete ucciso voi – voi e io”, n.dr.].
Il deserto intorno – guai a chi porta il deserto dentro di sé [ancora Nietzsche da “Così parlò Zarathustra”, n.d.r.]».(…)