Venerdì 10 febbraio l’Unione Sindacale di Base ha proclamato uno sciopero nazionale della Scuola e una Manifestazione sotto al Ministero della Pubblica Istruzione per denunciare il piano di tagli alla scuola pubblica previsto dal Governo Meloni con accorpamenti dei vari Istituti, la possibile regionalizzazione della scuola, esaurimento graduatorie concorsuali vincitori e idonei, mobilità senza vincoli dei docenti, strutture sicure, contro l’alternanza scuola-lavoro, per veri aumenti stipendiali ma soprattutto dell’Organico Aggiuntivo ATA e Docenti.
La Manifestazione sotto al Ministero della Pubblica Istruzione ha visto la presenza combattiva di circa 300 lavoratori precari, in quasi totalità appartenenti al Personale ATA (assistenti amministrativi e bidelli) appartenenti al Comitato Organico Aggiuntivo, che hanno affrontato un lungo viaggio nella notte dalla Sicilia, tra cui il sottoscritto, bidello di ruolo in solidarietà con i precari, Puglia e Calabria, affrontato la neve come i colleghi della Lucania o partiti all’alba di stamani, come i colleghi della Campania, il tutto per urlare il proprio malcontento dell’attuale situazione di disoccupazione, scaturitasi a seguito del mancato rinnovo dell’Organico Aggiuntivo da parte del Governo Draghi e non ripristinato dal Governo Meloni nonostante le promesse elettorali di determinati suoi esponenti, tra cui l’attuale sottosegretaria Paola Frassinetti di Fratelli d’Italia, a rivendicare il PROPRIO DIRITTO AL LAVORO CHE SERVE ALLE SCUOLE VISTO LA DRAMMATICA CARENZA DI PERSONALE ATA, con conseguenze gravi in termini di pulizia, sorveglianza e servizi amministrativi.
I precari della scuola, dove erano presenti anche una decina di docenti appartenenti a due Comitati dei Docenti e lavoratori ex LSU della terza procedura non ancora internalizzati dal processo di internalizzazione degli ex LSU avviato nel 2020 dopo una ventennale dura battaglia degli ex LSU ATA, vogliono delle risposte e il mantenimento delle promesse elettorali fatte da parte del Governo Meloni, non è un caso che la manifestazione è stata molto combattiva con cori come “VERGOGNA” “BUFFONI”, “SENZA IL BIDELLO LA SCUOLA E’ UN MACELLO”, “PINOCCHIO” con annessi nasi da pinocchio e cappelli con scritto “POLITICA BUGIARDA” e “SEDOTTI E ABBANDONATI”.
In piazza era presente anche il Deputato Antonio Caso del Movimento 5 Stelle, il relatore di due emendamenti di ripristino dell’Organico Aggiuntivo ATA e Docenti, entrambi bocciati dalla maggioranza sia in Legge di Bilancio che nel Decreto Milleproroghe, che ha fatto un intervento e garantito il suo personale impegno e del Movimento 5 Stelle.
Proprio la combattività della piazza, dove erano presenti anche gli studenti dell’Organizzazione Studentescad’Alternativa (OSA) schierati come USB contro l’alternanza scuola-lavoro, che ha portato a uno sfruttamento bestiale dei ragazzi delle scuole da parte delle aziende, alla morte durante alternanza scuola-lavoro di tre ragazzi e addirittura alla militarizzazione delle scuole, dove gli studenti della Sicilia fanno alternanza scuola-lavoro nelle basi NATO in Sicilia, a Sigonella e Niscemi e nelle basi militari di Palermo, Catania e Messina.
Una delegazione di lavoratori precari e di USB Scuola sono stati ricevuti dal Direttore Generale del MIUR, dal Vice Capo del Gabinetto e dalla Responsabile ministeriale del Personale Scolastico dove i precari e un rappresentante degli studenti di OSA hanno esposto il loro malcontento e rivendicazioni e i rappresentanti di USB hanno consegnato al Ministero un documento.
Nell’incontro è stato chiesto l’avvio di un tavolo tecnico sulle varie tematiche della precarietà, al quale USB si impegnerà a portare avanti la battaglia per l’aumento degli organici, la stabilizzazione dei precari con almeno tre anni di servizio e per l’esaurimento delle graduatorie di merito concorsuali, nonché per il diritto alla formazione obbligatoria gratuita.
I precari, che oggi hanno dato un primo forte segnale al Governo, si sono ripromessi di proseguire la lotta, con il sostegno totale della USB Scuola, fino al raggiungimento degli obiettivi.
Il Governo Meloni ha ancora gran parte del paese dalla sua parte, soprattutto il centro-nord, ma la situazione è destinata ben presto a cambiare, visto la crisi politica internazionale, la crisi economica e le misure di austerità liberista approvate nella Legge di Bilancio i cui effetti non si sono ancora verificati.
Il Governo Meloni deve dare una risposta chiara ai precari e alle rivendicazioni della scuola e vista la situazione non gli conviene dire di NO, in quanto ciò non potrebbe far altro che alimentare impopolarità, la combattività dei precari (ricordo che le manifestazioni del Mondo della scuola, unita alla sconfitta del Referendum Costituzionale del 2016, hanno determinato la caduta del Governo Renzi, che passò dalle stelle dei consensi, derivanti soprattutto dal mondo scolastico, in particolar modo dai docenti, visti gli 80 euro in busta paga e assunzione in ruolo di un buon numero di docenti, alle stalle visto il mancato rispetto di altre promesse fatte al mondo della scuola) con il rischio di un prossimo autunno-inverno dello scontento se il Governo non aumenterà gli organici dal prossimo anno scolastico, che sarà un’altra tematica bollente oltre a quella dell’abolizione del Reddito di Cittadinanza. Il sottoscritto sta rientrando a Palermo, su un Intercity notte, da questa giornata di lotta!
Lillo Provenzano Turri