La scoperta del sacro come fenomeno speciale è avvenuta in modo sincrono nella sociologia, negli studi religiosi e nella filosofia tradizionalista. Mentre i tradizionalisti hanno assunto direttamente la posizione del sacro, riconoscendo la sua perdita nella civiltà moderna come un segno di degrado, i sociologi si sono limitati a descriverlo nel dettaglio, mentre la religione comparata – così come alcune correnti della psicoanalisi, soprattutto la scuola junghiana – ha mostrato come elementi di sacralità nel mondo rimangano stabili anche in quelle culture che si basano su principi razional-materialisti.
La postmodernità utilizza attivamente il tema del sacro, ma solo per criticare in modo devastante la modernità, che non è riuscita nella pratica a incarnare veramente i suoi principi.
Invece di incrinare il mondo ( Weber ), ha prodotto solo una nuova serie di miti. La postmodernità non riabilita il mito; al contrario, vuole eliminarlo, ma in modo più radicale e deciso di quanto non abbia fatto l’Illuminismo; ma una simile intenzione non era presente né tra i sociologi, né tra i ricercatori di studi religiosi comparati, né tra i pragmatici (W. James), per non parlare dei tradizionalisti. Pertanto, possiamo facilmente identificare la vasta area dello studio del sacro come un campo indipendente, ignorando completamente l’impostazione postmodernista e le strategie corrispondenti.
(Fonte: https://t.me/ideeazione)