Di Riccardo Bianchi
Cosa succede se qualcuno facesse saltare il banco, parlando di contenuti e se ne fregasse dei contenitori?! È questa la domanda principale che ci siamo fatti per comprendere il motivo delle numerose proposte elettorali del mondo del dissenso.
Sebbene alcuni siano intenti a tacciare gli altri di essere “neo” qualcosa o “anti” qualcos’altro, la cosa interessante è notare come stiano saltando tutti i distinguo del passato, per lo meno agli occhi di chi andrà ad esprimere il proprio voto: il popolo.
Nelle interviste (come questa) e nei sondaggi sia del mondo mainstream, sia di quello della dissidenza, con le sue numerose opzioni, viene fuori che chi ha combattuto negli ultimi 30 mesi sotto l’unica bandiera, il Tricolore, se ne frega altamente dei contenitori e guarda solo al contenuto della proposta politica, in questo caso anche elettorale.
Mai come ora chi antepone etichette alla necessaria unità delle forze anti sistema è fuori tempo massimo. Tutti i distinguo rispetto al passato delle persone che stanno affrontando la campagna elettorale per una o per un’altra delle liste anti-sistema sono totalmente fuori testa.
Oggi quello che è importante è portare una rappresentanza delle forze anti-sistema, che hanno dato vita ed animato le piazze d’Italia, quanto più grande possibile all’interno del Parlamento.
Quello che dobbiamo vedere è chi è contro la dittatura sanitaria, contro le ingerenze di Paesi stranieri nella guida politica ed economica dell’Italia, chi combatte contro il discriminatorio green pass ed i trattamenti sanitari sperimentali obbligatori. Voler fare i fenomeni, i duri e puri, oggi spalanca la strada ai soliti criminali!
Ad oggi, con tutta onestà , bisogna dirlo: Italexit ha accolto tante persone che si sono spese in prima persona nelle piazze No Green Pass. Questo è un dato importante. Altre liste hanno formulato ottimi programmi elettorali, senza dubbio, ma non si sono quasi mai visti nelle piazze più importanti, che hanno davvero fatto la differenza.
Mettere come distinguo, oggi, l’appartenenza precedente a movimenti ideologizzati, così come proporre nel 2022 la lotta di classe, come abbiamo letto in altre proposte elettorali, non può che diventare elemento di divisione e allontanare il popolo. Perché al di là di ciò che si dica nelle trasmissioni “alternative”, l’unico faro che dobbiamo avere è il popolo.
E il popolo sta dimostrando ovunque che se fossimo rimasti fermi ancora a vecchie anacronistiche divisioni (parlo per tutti) non saremmo mai arrivati ad avere un meraviglioso e solare fronte comune, come siamo riusciti ad avere il 9 ottobre 2021, come nelle altre piazze di questi 30 mesi, contro un nemico che ha tutto l’interesse a dividere e vederci disorganizzati.
Loro sono uniti e apparentemente distanti, in un gioco delle parti ben architettato. Se si vuole tentare di opporre una forza innovativa e antagonista, veramente del e per il popolo, occorre soprattutto superare vecchi schemi. Per ora, l’unico che non ha opposto veti rispetto alle passate appartenenze politiche è stato proprio Gianluigi Paragone, gliene va dato atto.
Poi ognuno può fantasticare sui social su “uomini e donne del sistema”, su chi “vende le piazze” o sta lì “per inglobare la legittima rivolta popolare”, ma sta di fatto che senza una prova o un verbale, le parole se le porta via il vento. Puzzer è riconosciuto da tutta Italia come una persona che ha dimostrato contro il GP. Così la Schillirò, con la sua manifestazione al femminile.
Paragone è in tutti i sondaggi nazionali e presente sempre in tv, oltre che sui social. Come diciamo dall’inizio, uno deve pensare che unirsi per riuscire a portare avanti un programma comune sia la priorità. Se tutti vogliono fare le “prime donne” non si va da nessuna parte!
Se ora si vuole distruggere Italexit per portare dentro il parlamento altre formazioni, bisogna fare i conti con la realtà. Se la gran parte di chi rappresenta davvero fette di popolo sta andando verso Paragone, ci sarà un motivo o no?! O pensiamo davvero che basti fare le dirette su Facebook per avere consenso?