Ve l’abbiamo già detto e scrittl che non amiano le repressioni manu militari su fenomeni come quello dei Rave, che dovrebbero porre invece grandi interrogativi e questioni soprattutto sulle nuove generazioni ed essere affrontate sul tema culturale.
Inoltre ci spaventano molto norme assai interpretative ed estensive.
Però ci sembra di sognare, ma è quel partito (il PD) che fino a ieri multava gli italiani se non indossavano la mascherina?
Che senza green pass non ti faceva lavorare o ti teneva fuori la società?
Non erano i democratici che volevano obbligare (a torto o a ragione non importa) a iniettare roba in corpo che i connazionali non volevano?
E ora questi fanno i paladini per la Libertà di manifestare, ubriacarsi e magari drogarsi in più di 50 assieme? Ma davvero fanno questi?
O si è sempre contro la repressione o meglio tacere.
Perché il popolo del dissenso è autenticamente preoccupato per questa legge, perché ha subito sulla propria pelle la repressione di regime, dove il PD ne era il padrone assoluto.
Abbiamo finalmente un governo che corre ai ripari tentando di fermare il fenomeno dei rave, che sono raduni musicali fatti sempre e soltanto per potersi sballare.
Purtroppo però il decreto del governo è scritto male, risulta grossolano e rischia di essere applicabile anche ad una legittima riunione che voglia esprimere il proprio dissenso ad un provvedimento, manifestando proprio sul terreno o nell’edificio prescelto per lo svolgimento della contestazione.
Se invece si vuole fermare solamente i raduni musicali perché non dirlo apertamente nel decreto, che non qualsiasi raduno è vietato ma solo i rave cioè i raduni musicali.
Non solo ma il rave per essere vietato deve prevedere di svolgersi anche durante le ore notturne: infatti sono le tenebre che alimentano il piacere dello sballo, già acceso dalla musica assordante.
E allora perché non dirlo nel decreto anti rave che la sanzione scatta solo se il programma del raduno musicale presuppone il suo svolgimento anche durante le ore notturne.
Sono queste piccole precisazioni, da inserire nel decreto, che sono di per sé sufficienti a tenere fuori dalla sanzione tutto ciò che non è rave.